Regia di Alessandro Aronadio vedi scheda film
Per pagare meno tasse Massimo converte a luogo di culto il suo b&b. Con la complicità di Adriana, sua sorella, e dello scrittore ciarlatano Marco Cilio, inventa così la religione egocentrica dello ionismo, che a sorpresa non solo viene accettata dalle autorità, ma anche dalla comunità, convincendo numerosissimi fedeli.
Una bella prova di forza, questo Io c’è, terza regia (in 8 anni, a testimonianza delle difficoltà di fare un certo tipo di cinema intelligente) di Alessandro Aronadio; una commedia sulla religione che non si ferma alla caricatura o alla barzelletta, ma mette in campo tematiche ostiche e assolutamente al passo con i tempi – altra caratteristica atipica per il cinema nostrano. Certo, la sceneggiatura del regista, di Edoardo Leo, di Renato Sannio e di Valerio Cilio non affonda neppure più di tanto il colpo, evitando eccessive polemiche antireligiose o prese di posizione considerabili blasfeme, ma mette in chiaro fin da subito le assurdità e le ingiustizie legate all’invadenza del cattolicesimo sul suolo, sulle leggi e sulla società italiana. Di questi tempi non è poco, così come non sono trascurabili sciocchezze gli evidenti riferimenti al popolo pecorone in perenne cerca di un guru, di una figura irrazionale che lo conduca (il film esce in concomitanza con le elezioni che hanno visto il trionfo del populismo destroide firmato Lega e Beppe Grillo), cieco e ottuso fino all’autolesionismo, e in parallelo le prese di posizione contro i no vax/free vax e in generale tutti gli esaltati autoistruiti sul web o con il passaparola che credono di poter padroneggiare temi scientifici e competere con le massime autorità del settore. Infine dietro alla figura dello scrittore Marco, interpretato da Giuseppe Battiston, non è difficile vedere una grossolana parodia del Ron Hubbard fondatore di scientology. Edoardo Leo e Margherita Buy sono a loro agio negli altri due ruoli centrali della vicenda, mentre in parti laterali troviamo Giulia Michelini e Massimiliano Bruno. Come rilevato sopra, Io c’è non pretende di cambiare la vita dello spettatore ed è in fin dei conti un’operina leggera votata all’intrattenimento; chiedere maggiore coraggio sarebbe chiedere il suicidio artistico del lavoro di Aronadio, cineasta preparato e mai banale nelle sue uscite in sala. 6,5/10.
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