Regia di Alessandro Aronadio vedi scheda film
La crisi economica sembra ormai essere d’ispirazione a molti dei film nostrani dove spesso il filo conduttore è delineato da argomenti di attualità, se non messi in primo piano, quantomeno capaci di rimanere in sottofondo ed essere il MacGuffin della situazione.
Lo sa bene Alessandro Aronadio che parte dalla difficoltà che gli imprenditori hanno nel portare avanti un’impresa, dovendosi districare tra le numerose tasse che incombono. Parte quindi da questo, che è problema comprensibile a tutti e ci costruisce attorno una storia, in parte riuscita ma che a tratti sembra fare acqua.
Come spesso accade con i film di media durata, la parte iniziale è ben raccontata e lo svolgimento della stessa risulta scorrevole. Nella seconda parte, inizia a rivelarsi quella certa smania di dover o voler arrivare alla conclusione della storia, finendo per lasciare parti incompiute o troppo celermente esplicate, con sporadiche ma evidenti risolvi di trama piuttosto surreali.
Se la trama non risulta quindi essere il punto forte del film, il cast può essere considerato il fiore all’occhiello. Edoardo Leo si carica addosso l’intera pellicola, anche se la presenza imponente di Battiston e della Buy, sembrano voler suggerire il contrario. Per quanto i due colleghi, riescono ad affiancarlo in modo egregio, l’attore romano resta il fulcro sia della storia che dell’occhio di chi guarda, ammaliato dal suo modo naturale di fare cinema. Bene anche Giulia Michelini, breve il suo cameo ma sempre intenso il suo sguardo ed espressivo il suo volto, a dimostrazione che la bravura a volte è un dono innato.
Per quanto l’idea possa risultare originale è lo svolgimento del soggetto a non convincere fino in fondo. Soprattutto quando si passa dalla capacità omeopatica dell’essere umano, al paranormale senza però le giuste radici, finendo quindi per rendere surreale quasi ogni parte del racconto svolto. Senza dubbio mi aspettavo di meglio.
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