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E la nave va

Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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La recensione su E la nave va

di Baliverna
8 stelle

Una nave senza futuro viaggia verso un luogo insignificante per celebrare un inutile rito funebre. A bordo, però, regna l'allegria...

Il Mereghetti la definisce “funerea e disperata”, ma io ho trovato questa tarda fatica di Fellini svagata e gradevole, e pure leggera e coinvolgente. E ciò, senza che accada praticamente niente fino quasi alla fine, il che dà un'idea dell'abilità del regista. Certo, i viaggiatori non vanno incontro ad un destino di salvezza, ma cionondimeno il clima del film mi è sembrato come ho scritto sopra.

Il regista ci srotola il suo usuale campionario ti personaggi buffi e a volte patetici, che però hanno un'alta opinione di se stessi, e l'abituale guazzabuglio di lingue e accenti. Le velleità e la boria di molti di essi è in netto contrasto con la loro miseria e piccineria. Qualcuno di loro riesce però quasi simpatico, forse perché dotato di autoironia.

Non è difficile azzardare l'ipotesi che questa ed altre gallerie di personaggi rimandino a quelli che dovevano circondare e assediare Fellini nella sua vita reale, tra salotti e interviste. Che molti lo ammirassero e cercassero ci sta, ma che questi poi tentassero di apparire ai suoi occhi grandi intellettuali (compresi i giornalisti) o artisti, e ambissero così a carpire la sua stima – questo, appunto, doveva riuscire indigesto a lui, e a noi che li vediamo sulla pellicola. E tutti costoro sono allegramente in viaggio verso la rovina, senza nulla presentire...

Qualche parola merita anche il povero rinoceronte trasportato dalla nave, il quale rischia di morire soffocato nella stiva e rifiuta il cibo, almeno finché non viene fatto uscire, e infine liberato. Il suo occhio malinconico e dalla palpebra cadente colpisce e suscita compassione. Sul significato dell'animale e del detto occhio si potrebbe disquisire a lungo, ma che abbia qualche valore metaforico è praticamente certo.

Tra i doppiatori, non si fa fatica a riconoscere i grandi Oreste Lionello e Ferruccio Amendola, fra i quali, specie il primo, è un'abituale presenza nei film del regista riminese.

Da vedere, tutto sommato, spensieratamente.

 

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