Regia di Nelo Risi vedi scheda film
In un'era nella quale le città si espandono a vista d'occhio e le informazioni corrono sempre più velocemente, i calcolatori sembrano proprio essere lo strumento su cui farà leva il futuro.
Gli inizi della carriera di Nelo Risi, fratello meno noto - nel cinema - di Dino, ma certo non meno portato verso il mezzo espressivo, furono all'insegna del cortometraggio, come era consuetudine all'epoca. La memoria del futuro è un lavoro girato per la Olivetti del medesimo stampo di quelli che in quegli anni Ermanno Olmi girava per la Edison: documentari 'industriali', finalizzati alla sensibilizzazione del pubblico sull'operato di grandi ditte italiane, ma pur sempre pellicole dotate di un'anima curiosa, didattica e a tratti perfino ironica. Il commento di Muzio Mazzocchi Alemanni la prende larga: La memoria del futuro comincia parlando delle metropoli in espansione, della borsa e delle banche, delle grosse quantità di dati da immagazzinare di continuo nell'era moderna; con tali premesse si giunge infine a ripercorrere molto rapidamente la storia del calcolatore e infine a descrivere le meraviglie del presente, presagendo quelle del futuro, di tale macchina. Effettivamente il film, per quanto palesemente datato e a tratti in un certo senso ingenuo (per chi lo vede in tempi di smartphone e iPad, si capisce), affronta l'argomento con parole semplici, facili da fruire per uno spettatore non particolarmente esperto del tema, ma sufficientemente tecniche; da annotare la chiusura: se il futuro ci promette la conquista dello spazio, libertà finora inedite e in parallelo un'automazione sempre più intensa, comunque "la macchina resta al servizio dell'uomo". Fotografia di Giulio Gianini, animazioni di Gianini e Polidori, musiche di Luciano Berio. 6/10.
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