Regia di Raya Martin vedi scheda film
20 FEFF UDINE
In una Manila popolata come un infinito formicaio, all'interno del quale i giovani appartenenti al ceto meno abbiente risultano inesistenti presso un'anagrafe inpossibilitata ad aggiornarsi e a risultare veritiera, un serial killer agisce indisturbato uccidendo, apparentemente a caso ma non a caso nei quartieri popolari più degradati, e con cadenza fissa al primo sabato di ogni mese, un ragazzo preadolescente, che viene ritrovato mutilato nei pressi delle discariche che circondano la metropoli.
L'indifferenza dell'opinione pubblica, incapace di scaldarsi quando la vittima è un essere umano senza natali ufficiali, non impedisce che l'eminente Padre Gus Saenz, gesuita scienziato e docente presso la prtestigiosa antica università della capitale, si interessi personalmente al caso e che, coadiuvato dal suo giovane aiutante Padre Jerome, e dalla giornalista Joanna Bonifacio, si intestardisca a tentare di risolvere lui stesso il caso, anche a causa della inessitente copertura in tal senso da parte delle forze dell'ordine, attratte maggiormente dall'affrontare casi più eclatanti e più pggetto di interesse mediatico.
Tratto da un best seller letterario della scrittrice filippina F.H. Batacan, Smaller and smaller circus (una sorta di "Il cerchio si restringe"), costituisce in originale tentativo da parte di un giovane autore (classe 1984) apprezzato nei festival di tutto il mondo (nel 2009 fu a Cannes nella sezione ufficiale con ben 2 film, Indipendencia e Manila), di approcciare il cinema di genere, mantenendo saldo il legame con il proprio paese, le storture e le problematiche (povertà, ingiustizie, corruzione), che ancor oggi dilagano nell capitale filippina e in tutto il paese.
E questa storia atroce e turpe sembra il presupposto ideale per permettere a Martin di puntare il dito contro la violenza che regna indisturbata, la corruzione che latita tra le mura delle chiese, come tra i corridoi degli uffici governativi; per non parlare della disparità sociale, dell'abuso di potere del ricco sulla massa di poveri impossibilitati persino di possedere una propria identità ufficiale.
Un noir atipico, che non bada ad assicurarsi ritmo e nemmeno molta suspence, ma che predilige piuttosto il singolo dettaglio, attraverso anche il primo o primissimo piano, scendendo ad indagare il dettaglio, anche quello più sadico ed atroce.
Un noir attento alle atmosfere cupe, grazie anche ad una accurata fotografia che si perde nel dettaglio di uno squallore che rende i meno abbienti come degli automi rapaci, impegnati a rovistare tra le macerie di una discarica che accoglie anche corpi straziati di innocenti, vittime della follia di pochi diretta verso una massa impotente e fuori da ogni più comprensibile ed altrove imprescindibile tutela
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta