Regia di Michael Seresin vedi scheda film
“Johnny Walker whisky per davvero” recitava una famosa reclame. In HOMEBOY Johnny Walker è un pugile in declino spesso ubriaco e rintronato che bazzica locali e ring con lo stesso spirito strafottente e d’avventura. Un bizzarro impresario di nome Wesley Pendergass lo lusinga e ingaggia, Johnny intanto si innamora di Ruby, proprietaria di un chiosco e di una giostra dismessa. Un’anima candida e sfortunata che gli spezza il cuore. Pendergass non vive di sola boxe ma di furti e rapine e usa Walker come copertura conoscendo i suoi limiti e le precarie condizioni fisiche. Amore e morte trionferanno in conclusione con parecchie ammaccature. HOMEBOY, per certi versi, ricorda e anticipa THE WRESTLER ma il copione del protagonista Mickey Rourke non brilla per originalità ed è malservito dal regista Michael Seresin, un ex direttore della fotografia che riesce solo a creare un prodotto medio in puro stile anni ottanta. A tratti pubblicitario, più vicino all’estetica patinata di Adrian Lyne che ai classici sulla boxe. Tutto ruota e inevitabilmente si riduce alla “sfida” tra la star Rourke e il Wesley di Christopher Walken. L’uno programmaticamente maledetto e stropicciato, l’altro genialmente sopra le righe e dalla recitazione danzante e ammaliante. Vince ai punti senza dubbio quest’ultimo. Inutili (ai fini della resa) le musiche di Eric Clapton.
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