Regia di Damien Chazelle vedi scheda film
Biopic sulla vita di Neil Armstrong e sulla sua storica impresa
Film d’apertura al Festival n. 75 del cinema di Venezia, dedicato al biopic del pilota e astronauta Neil Armstrong, scomparso all’età di 82 anni nel 2012 e passato alla storia come il primo uomo a mettere piede sul suolo lunare. Ispirato all’omonima biografia autorizzata di James R. Hansen, del 2005, il film è scritto da Josh e girato da Chazelle, con Ryan Gosling protagonista. Ibrido tra personale e action, comincia con la tragedia personale, che colpì Armstrong per la morte della secondogenita Karen, scomparsa in tenera età a causa di un tumore inguaribile. A partire da questo evento, il film ripercorre i suoi anni più laboriosi ,dal 1961 al 1969, rievocando sia gli incidenti di cui rimasero vittima i colleghi di Armstrong,sia anche le tensioni di parte dell’opinione pubblica americana, una polemica intervista televisiva allo scrittore Kurt Vonnegut, il canto di protesta dell’afroamericano Gil Scott-Heron, contro i costi del programma spaziale. Nel complesso, l’affresco storico realizzato dal regista è abbastanza verosimile e fedele agli avvenimenti, per le riprese quasi documentaristiche dei vari voli di prova e per la scelta di mostrare le autentiche tecnologie rudimentali e i quadri elettronici davvero primitivi, che consentirono ad Armstrong di realizzare nel 1966 il primo aggancio di due navicelle nello spazio e a seguire tre anni dopo il famosissimo allunaggio. La storia narra senza eccessiva enfasi, i sacrifici economici e il costo in termini di vite umane, che avrà per l'intera nazione, la missione più audace di tutti i tempi.Il giovane regista, talento emergente del cinema americano, è dunque autore di una storia che si fa epica e personale, al tempo stesso: il primo grande colpo messo a segno dalla NASA e dagli Stati Uniti nella corsa allo spazio, in cui fino a quel momento l'Unione Sovietica aveva nettamente prevalso. La regia magistralmente ci riporta, attraverso spazi chiusi e claustrofobici, la piccolezza dell’umanità, ma di contro, alternando anche immagini dello spazio infinito, evoca la “grandezza” del creato, giocando sui contrasti, l'autore di La La Land, mescola i generi, e raccoglie i silenzi di Neil, la sua flemma, il suo linguaggio laconico ed essenziale, lontano dalla retorica e dal protagonismo. Un eroe silenzioso e defilato, dal profilo sempre basso. Alla domanda, forse banale, del giornalista, cosa porterebbe di prezioso e personale sulla luna? risponde gelido, altro combustibile. L'allunaggio del modulo lunare “LEM ”dell'Apollo 11, in cui viaggiavano Armstrong e Aldrin,stipati in uno spazio angusto, fu un evento mediatico senza precedenti, seguito in diretta TV in tutto il mondo da milioni e milioni di persone.I nostri Tito Stagno e Ruggero Orlando con mestiere e professionalità resero magici quei momenti. A questa storica missione sono stati dedicati in passato altri film e documentari e c’è n’è uno piccolo, forse anche poco noto, ma indubbiamente interessante del 1977, dal titolo “Capricorn one”, che tra le righe, ma non troppo, insinuava un fatidico dubbio nella mente degli spettatori, alimentando la cosiddetta “Teoria del complotto lunare”sostenuta da molti scettici, secondo cui nessuna delle missioni Apollo ha mai realmente portato alcun cosmonauta sul nostro satellite, e gli allunaggi sarebbero stati ricreati artificialmente in studio dalla NASA, con l’ausilio di imponenti e sofisticati set cinematografici, allestiti all’uopo e con l’aiuto di effetti speciali, da registi talentuosi come Stanley Kubrik, che si sarebbe evidentemente prestato a ordire questa ciclopica truffa, dunque il tutto si ridurrebbe ad una fantasiosa e geniale farsa,una vera pantomima, per far credere al mondo e soprattutto all'URSS di aver vinto nella corsa al satellite terrestre. Questi complottisti, sostengono che la tecnologia a disposizione all' epoca era troppo rozza e arretrata per poter consentire un viaggio così complesso e impegnativo, peraltro si chiedono per quale motivo dal 1972 in poi le missioni, peraltro targate solo USA, si sono interrotte definitivamente? D'altronde però se così fosse stato, il segreto di questa ingegnosa recita, si sarebbe potuto preservare per così tanto tempo? e poi i Russi, antagonisti storici nella corsa allo spazio, rispetto agli Americani, in tempo di guerra fredda, molto attenti alle loro manovre, avrebbero taciuto, laddove avessero subodorato l’inganno o come la logica induce a pensare, avrebbero avuto tutto l'interesse a svelare un tale imbroglio. Noi prendiamo per buono ciò che la storia ci tramanda e celebriamo il coraggio di Armstrong e company, che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia dell’umanità. Il film ha fatto incetta di premi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta