Regia di Damien Chazelle vedi scheda film
L'uomo al centro, ma, di un racconto epico che non disdegna un certo orgoglio nazionalistico.
Produzione didattica di propaganda nazionale sul primo ed unico allunaggio di esseri umani, incentrata sulla figura schiva e riservata di Neil Armstrong proprio per riabilitarlo dai giudizi sul suo carattere poco socievole. Lo si deduce chiaramente dalle domande che i giornalisti gli rivolgono durante la scena della conferenza stampa. La motivazione fornita dal film ha a che fare con la morte prematura di sua figlia a cui si aggiungono quelle di amici colleghi. Storia di pionierismo aerospaziale aggravata dal clima di guerra fredda. Una parte dell'umanità si chiede perché spendere tanti soldi quando sarebbe meglio investirli per far funzionare meglio le cose sulla terra. Me lo chiedo ancora anch'io considerando il fatto che basta inviare dei robot persino sulle comete per prelevare campioni. Why? La risposta arriva da Kennedy in un video di repertorio: un discorso che ha l'enfasi retorica di un comizio politico. Tuttavia, Armstrong sembra avere ragioni personali distanti dal clamore mediatico. Preferisce la solitaria contemplazione delle stelle, persino, rispetto alle vicende familiari. Il film indugia con immagini dal contenuto sentimentalistico, che lasciano intendere che Armstrong abbia dedicato l'impresa alla figlia defunta. Negli stati Uniti sono piuttosto inclini al sentimentalismo, ma, non so quanto questa interpretazione sia fedele alla realtà. Il resto della trama è la solita storia della moglie in ansia per la sorte del marito e dei figli trascurati, giusto per accontenatre il target femminile trattato secondo uno steriotipo trito e ritrito. Spero che un giorno guarderemo queste scene come resti di un passato retrogrado. Citazioni puntuali e discrete di 2001, Odissea nello spazio. Meritato l'Oscar per gli effetti speciali. Mi chiedo se, ormai, la critica riconosca quanto il Dogma di Lars Von Triers abbia rivoluzionato l'estetica cinematografica degli ultimi decenni. In conclusione mi soffermo su parti di dialogo che secondo me definiscono bene l'orizzonte politico/morale su cui si basa il film. In una conversazione tra donne, la moglie del protagonista lo descrive dicendo: " Ha fatto la guerra; aveva le idee chiare. Sembrava stabile." Come se fare la guerra sia segno di affidabilità morale. Ho qualche idea su chi possa mai pensarla in questo modo. E' il pensiero della moglie reale? Non è pignoleria chiederselo. Un altro indizio dell'indirizzo morale in cui si svolge il racconto, ce lo offre la dichiarazione redatta preventivamente da dirigenti della NASA, in caso di incidenti irrisorvibili, di elevata probabilità, durante la missione, in cui si legge: " Saranno compianti da Madre Terra che ha osato mandare due dei suoi figli verso l'ignoto." Nell'incipit si parla di destino. In tal caso, non si tratta più di finzione narrativa ma di realtà istituzionale. In pratica si stabilisce una continuità tra destino, Natura e comportamento umano, piuttosto, discutibile in quanto tra Natura e Uomo vi è uno scarto ontologico. Dunque, a parte il significato epico, suona come una giustificazione a priori delle iniziative umane. E' lo stesso che giustificare l'esplosione della bomba atomica. Questi sono gli USA!
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