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Il mistero della casa del tempo

Regia di Eli Roth vedi scheda film

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La recensione su Il mistero della casa del tempo

di supadany
4 stelle

Festa del cinema di Roma - Selezione ufficiale.
L'avventurarsi in territori inesplorati racchiude numerose incognite, ma anche aggirarsi in una confort zone appurata ha le sue controindicazioni. Ad esempio, piegandosi su canoni vivisezionati costantemente, è facile cascare nella rete del déjà vu, finendo automaticamente incastrati in confronti da cui è possibile divincolarsi con successo solo se in possesso di pregi sostanziali ed evidenti.
Finire incastrati nella morsa del risaputo è esattamente quanto accade al film di Eli Roth che, contemporaneamente, non manifesta nemmeno la parvenza di un flebile tentativo di smarcamento.
Rimasto orfano, Lewis Barnavelt (Owen Vaccaro) è costretto a trasferirsi nella vecchia dimora di suo zio Jonathan (Jack Black), dove soggiorna anche Mrs Florence Zimmerman (Cate Blanchett).
Insospettito dai loro comportamenti insoliti, Lewis scopre di essere capitato in una casa magica, che suo zio è un potente mago e Florence una strega in pensione. Grazie a loro, comincerà a impratichirsi nelle arti magiche, dimenticando le angherie subite a scuola. Proprio nel tentativo di conquistare l'attenzione, risveglierà dalla tomba il malefico Isaac Izard (Kyle Maclachlan), scatenando una furibonda battaglia con in palio il destino del mondo reale.

 

Cate Blanchett, Jack Black, Owen Vaccaro

Il mistero della casa del tempo (2018): Cate Blanchett, Jack Black, Owen Vaccaro


Fino a pochi anni fa (The green inferno, 2013), nessuno avrebbe potuto prevedere che la carriera di Eli Roth potesse prendere la piega attuale. E invece, dopo un thriller come Knock knock e il remake svuotato de Il giustiziere della notte, approda addirittura al fantasy formato famiglia. Per giunta ci arriva senza apporre alcuna increspatura personale, rispettando il target Amblin come un qualunque regista ammaestrato.
Come se non bastasse, Il mistero della casa del tempo combatte su un tavolo da gioco sovraffollato, ricordando il recente Jumanji - Benvenuti nella giungla, Piccoli brividi e il relativo sequel uscito praticamente in contemporanea (curiosità, i primi tre film succitati condividono la presenza di Jack Black), perdendo pure ogni singolo duello.
D'altronde, pur non potendo pretendere miracoli, l'intelaiatura - tra legami da costruire, amicizie da conquistare e un villain da sconfiggere - rimane troppo piatta per poter ispirare un pubblico dell'età superiore a quella del giovanissimo Lewis e gli effetti speciali hanno una resa rimarchevole quando isolati, mentre nel momento della bolgia finiscono sminuiti.
Invece, un capitolo a parte va dedicato alle due superstar, Jack Black e Cate Blanchett, che nei loro duetti sono protagonisti di sporadiche schermaglie sarcastiche. Il primo sa alla perfezione come gestire la parte e strappa qualche sorriso (sempre rimanendo negli standard di categoria), mentre la divina Cate non può andare oltre il fattore professionalità. In più, per par condicio, i due hanno una scena scult a testa, di quelle talmente trash che poi gli amici li sfotteranno a vita (loro potranno sempre controbattere mostrando il conto in banca). Specificatamente, Cate Blanchett spappola una zucca malefica con una testata, mentre Jack Black viene trasformato in un poppate, mantenendo il viso inalterato (...).
Così, senza uno straccio di originalità e con poche tracce di brillantezza nel materiale più leggero (insomma, non è che Eli Roth potesse diventare gaudente tutto d'un tratto), rimangono da salvare solo le carrellate di oggetti animati, magie e maledizioni, alle quali va aggiunto il contentino cinefilo dell'ospitata del lynchiano Kyle Maclachlan, invecchiato a puntino.
Una sommatoria deficitaria, con il piatto che può solo piangere.
Anonimo nell'aroma, dalla prospettiva caduca.

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