Regia di Eli Roth vedi scheda film
Atipico film del grandguignolesco Eli Roth, che qua si rivolge al pubblico dei più piccoli con una sua versione del mondo magico similar Harry Potter.Sceneggiatura non originale, tratta da un romanzo di John Bellairs, intrisa di una comicità costante che permette alla pellicola di rivelarsi piacevole nonostante il soggetto base non si liberi dai dejù vù.
Visivamente eccelso, grazie agli ottimi effetti speciali e alle scenografie eleganti, peraltro esaltate da una ricostruzione ambientale anni cinquanta. I rimandi alle varie forme di magia, con grimori, giochi di prestidigitazione e poltergeist condotti da spiriti burloni (tra cui una poltrona animata) sono indubbiamente un bel vedere. Si respira aria alla Ghostbusters, da cui derivano le zucche che vomitano o il leone alato che fa la cacca senza usare la lettiera. Impossibile non ricollegare le sequenze in questione alle marachelle di Slimer. Anche il finale guarda a Ghostbusters, con la città avvolta da un buio sepolcrale rotto da lampi arancione che riducono i colpiti in neonati dal volto adulto (!?). Punti di forza della pellicola, a cui si aggiunge una fotografia fatta di atmosfere dark contrastate da colori elettrici. Ottime sono anche le interpretazioni, con un pasticcione Jack Black e una professorina Cate Blanchett, entrambi stregoni, che si compensano nell'immagine della famiglia perfetta, seppur svitata e diversa dai canoni costituiti. Owen Vaccaro è il baby prodigio, che commette l'errore di gioventù di richiamare dall'Aldilà il mago cattivo. Quest'ultimo, da novello Dracula, esce dalla tomba alla maniera dei personaggi della collana narrativa anni sessanta I Racconti di Dracula. È un essere che vuole distruggere l'umanità. Per farlo fa ricorso ai misteri diabolici appresi nella Schwarzwald ai tempi della guerra. Nei panni di questo antagonista c'è il “ritornante” Kyle MacLachlan, icona del cinema horror anni ottanta e attore feticcio di David Lynch. Pur se portato in scena con un massivo trucco che ha la funzione di evidenziare i tratti di una sorta di zombie, MacLachlan è in buona forma e si rilancia dopo una pausa di sette anni.
Insomma, un complesso di aspetti che fa de Il Mistero della Casa del Tempo il miglior film di Roth del dopo Hostel Part II. Simpatici i titoli di coda.
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