Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
E' la storia di una giovane ballerina che si ricorda di un amore della sua gioventù, vissuto molti anni prima su un'isola con un ragazzo dall'animo sensibile che morì tragicamente in un incidente. Dopo un periodo di disperazione e di isolamento, alla fine saprà affacciarsi nuovamente alla vita. Una delle opere più riuscite del Bergman giovane: esemplare la sensibilità con cui è filmato il paesaggio, l'amore per gli attori, la già quasi totale padronanza dei mezzi tecnici. Certo, non siamo ancora al livello di maturità stilistica di capolavori successivi come Il posto delle fragole, ma non ci manca molto... Tematicamente preannuncia altre opere a venire: già si affaccia l'angoscia di un mondo dominato dal silenzio di Dio e dalla difficoltà dei rapporti interpersonali, ma stavolta il finale è aperto alla speranza. La bella e brava protagonista si chiama Maj Britt Nilsson, affiancata da Birger Malmsten: entrambi furono tra gli attori preferiti da Bergman in questa fase giovanile della sua opera. L'ambientazione su un'isola diventerà anch'essa una costante nelle opere della maturità (ma anche nel quasi contemporaneo Monica e il desiderio, che ha molti punti di contatto con questo film), e la costruzione a flashback è già padroneggiata con invidiabile sicurezza. Ciò che resta dopo la visione del film è soprattutto la malinconia per una stagione della vita ormai lontana e irripetibile, il ricordo struggente e lacerante di un primo amore ormai svanito, un pò come in "Splendore nell'erba" di Elia Kazan, film che per certi versi si può assimilare a questo di Bergman, pur nelle sostanziali differenze stilistiche dei due autori.
VOTO 8/10
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