Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
VOTO 8 RIGOROSO Amore e Dio, forse la stessa cosa. Siamo così soli. Ma basterebbe un segnale, solo un piccolo segnale. Bergman quintessenziale, breve (1h20m), senza indugi scava nella psiche dei personaggi: un prete che ha perso la fede, una donna che lo ama non è corrisposta, un uomo deluso e affranto dal vivere ma anche dal perchè vivere che compie il gesto estremo del suicidio.
La regia fredda come sempre, lucidissima, in pochi ambienti, con luce morta e camera sui personaggi all'improvviso si scalda, irosamente scattando sui primi piani, manifestando attimi di tensione, di dolore, insomma di vita. Bergman si domanda e ci domanda a cosa serviamo, a cosa serve vivere, bello il passaggio nel quale si afferma che se Dio non esistesse sarebbe tutto molto meglio, tutto avrebbe un significato. Gli attori eccellenti (come sempre) vengono purtroppo quasi schiacciati dall'importanza e dall'approfondimento dei temi trattati. Il prete sul quale è cucito tutto il film diventa l'emblema dell'uomo, crudele, egoista, non crede, forse non ha mai creduto veramente all'esistenza di Dio, perchè è disperato, eppure ha una donna che lo ama. E proprio nell'amore Bergam (e lo fa dire anche da un personaggio nel finale) riconosce l'unica ancora di salvezza, se soltanto lo provassimo veramente...
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