Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Per un film che comincia e finisce in una chiesa è difficile parlare di ateismo. Infatti Bergman con questo breve ma bellissimo film va al di là dell'ateismo, nel senso che raggiunge la consapevolezza della non esistenza di dio attraverso una ricerca agnostica della fede. Ricerca che passa attraverso le parole e i gesti del prete protagonista, che non riesce ad evitare la tragica fine di un fedele che gli confida la sua preoccupazione per la bomba atomica e la paura di perdere il lavoro, e alla fine del film non può fare altro che riprendere la messa anche se la chiesa è vuota. Come dire anche qui lo spettacolo deve comunque andare avanti e il prete diventa una funzione sociale da espletare in maniera quasi meccanica. Siamo di fronte ad un cinema perfetto, dove non ci sono scene di troppo, la fotografia è gelida, invernale , plumbea. Negli ottanta minuti del film sembra che non succeda niente, in realtà succede tutto, l'amore, la morte, la certezza rivelata della non presenza di dio. Il pastore Tomas che non accetta il silenzio di dio, non accetta l'amore di marta, la maestra che lo assilla, e quando cerca di far capire a Karin come stanno le cose ne provoca il suicidio.
Il percorso religioso dell'artista svedese trova qui uno dei suoi vertici, nel senso che solo attraverso la ricerca del sacro si può arrivare alla conclusione che dio non esiste.
nulla.
" Dio perchè mi hai abbandonato "
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