Tomas Ericsson, un pastore protestante, dopo la morte della moglie si accorge non solo di aver perso la fede, ma, forse, di non averla mai avuta. In piena crisi non riesce più a dare conforto ai suoi parrocchiani uno dei quali si ucciderà. È una delle vette della produzione bergmaniana: girato in un glaciale bianco e nero tenuto sulle tonalità grige come quelle delle vite dei personaggi. Inquietante e ancora inspiegato, il finale aperto.
Luci d'inverno... Voto 10. Il precedente opinionista (chribio1) è più adatto a roba alla Boldi e de sica. Nel migliore dei casi forse Pippo Franco o Banfi.
Indigeribile : metà Film girato in Chiesa,poi altro all'aperto poi ritorno in Chiesa e del parlato non mi è importato visto l'andazzo assai depressivo/lento/deprimente.voto.1.
Il film rappresenta la progressiva estinzione della fede in Dio e i relativi tormenti del vuoto esistenziale, come una marea che si ritira lasciando allo scoperto tutti i detriti che giacciono sul fondo.
Uno dei film più 'pesanti' di Bergman...vedi i 20 minuti dell'austera messa iniziale...se è il primo film che vedi di questo autore, forse il mio preferito, se sei giovane...forse non avrai voglia di vedere gli altri suoi capolavori di più facile visione e sarebbe un peccato!
Padre Tomas Ericsson (Gunnar Bjornstrand) è ossessionato dal timore di aver perso la fede. La perdita della moglie, avvenuta quattro anni prima, accresce il senso della sua crisi esistenziale e l’offerta d’amore della timida Marta (Ingrid Thulin) non basta affatto a lenirgli il dolore. Da lui si presentano i coniugi Persson (Max Von Sidow e Gunnel Lindblom) per una richiesta… leggi tutto
Siamo all'inizio dell'anno e si sono appena concluse le feste di Natale. Periodo strano, mediamente consumista, anche più di mediamente e tra i regali… segue
Opera di finzione basata (oltre che su “Turing’s Cathedral - the Origins of the Digital Universe”, il fondamentale tomo del 2012 di George Dyson, tradotto e pubblicato da noi per i benemeriti tipi di…
Titoli che, per un motivo o l'altro, mi hanno trapassato cavalcantianamente il cuore e lì sono rimasti imperterriti, infinitamente amati e mai dimenticati, tanto che ancora adesso, se appoggi l'orecchio bene…
In quella che è considerata la trilogia del “silenzio di Dio” Bergman disegna una parabola discendente, passando dallo spiraglio di ottimismo che conclude “Come in uno specchio” all’esplicita constatazione della sua indifferenza in questo film per concludersi con la totale assenza nel “Silenzio” in cui Dio non è nemmeno nominato.…
Ecco la consueta playslist bimensile con le mie ultime visioni (ordinate secondo anno di uscita).
Mi farebbe molto piacere ricevere i vostri consigli nei commenti.
Saluti a tutti!
Tomas è il pastore di un piccolo villaggio svedese. Vive ormai da tempo un periodo di profonda crisi, dopo la morte della moglie, avvenuta qualche anno prima, sente la lontananza da Dio e forse, pensa, era così anche prima. Non riesce a scuoterlo nemmeno l’amore di Marta, una giovane donna che da tempo tenta di costruire una relazione produttiva col pastore. Dopo la morte di…
Un pastore deve affrontare una crisi spirituale e personale. Mentre la fede in Dio vacilla, egli sente svanire l’amore per la vita e per gli esseri umani. Dopo la morte della moglie avvenuta qualche anno prima, il pastore sente, a sua volta, di essere morto e rifiuta come noioso e insignificante l’amore di un’altra donna che vorrebbe sposarlo a tutti i costi. Asciutto di…
"Se veramente Dio non esistesse, nulla avrebbe più importanza. La vita avrebbe una spiegazione, sarebbe un sollievo; la morte solo una frattura, la fine del corpo e dell'anima; la crudeltà della gente, la sua solitudine, i suoi timori, tutto sarebbe chiaro come la luce del giorno: le sofferenze non dovrebbero più essere spiegate. Non esisterebbe né un creatore,…
Quando si parla di cinema dal punto di vista commerciale, noto che qui in Italia si tende sempre a fare discorsi del tipo: "Com'è andata quest'anno la competizione fra i film USA ed i film italiani? Hanno…
- Da Leibniz a Heidegger poi altri a seguire, tutti a porsi la regina delle domande:
“ Perché l’Essere piuttosto che il nulla ?”
Nota: E’ vero, sarebbe maggiormente in linea…
"...E dopo, quando abbiamo fatto un secondo film e un terzo sapevamo bene che non ci sono solo i problemi sociali. Abbiamo anche alcuni problemi ontologici e ora credo che un bell'ammasso di merda sia in arrivo dal…
rituali eucaristici e litanie sacre, gli alberi neri disegnati nel gelo, i profili dei volti, i turbamenti dell’anima, le immagini ridicole dei crocifissi intagliati nel legno, il corpo di cristo, i chiodi e le spine, piaghe sulle mani e stimmate di indifferenza, le pagine di una lettera, confessione d’amore e sottomissione, primi piani, gli occhi di ingrid thulin, i paesaggi…
Il reverendo Tomas Ericsson (Gunnar Björnstrand), mentre celebra messa, è arrivato all'eucaristia e 'I comunicandi' (traduzione letterale di 'Nattvardsgästerna) sono solamente cinque tra i pochi fedeli che occupano i banchi della chiesa, mentre fuori il paesaggio è avvolto da una coltre di neve. Le persone si interfacceranno, di volta in volta, con il…
Il primo film della trilogia, "Come in uno specchio", non mi aveva convinto moltissimo, considerando ciò che mi aspettavo (per questa ragione ho intenzione di rivederlo più avanti), mentre in questo secondo film il distacco di dio, tematica che la trilogia tratta, è amplificato e l'ho percepito maggiormente rispetto alla prima pellicola. Forse è l'ambiente…
Il vuoto della celebrazione eucaristica del pastore
In un bianco e nero spettrale viene ripresa, all’interno della chiesa di Mittsunda, la messa e l’eucaristia celebrate dal pastore Tomas: durante l’assunzione del corpo di Cristo assistiamo a volti trepidanti, in attesa, velati da stanchezza e angoscia, come se la presenza eucaristica non bastasse a riempire il vuoto di quei…
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Commenti (7) vedi tutti
Luci d'inverno... Voto 10. Il precedente opinionista (chribio1) è più adatto a roba alla Boldi e de sica. Nel migliore dei casi forse Pippo Franco o Banfi.
commento di WinterlightIndigeribile : metà Film girato in Chiesa,poi altro all'aperto poi ritorno in Chiesa e del parlato non mi è importato visto l'andazzo assai depressivo/lento/deprimente.voto.1.
commento di chribio1Il film rappresenta la progressiva estinzione della fede in Dio e i relativi tormenti del vuoto esistenziale, come una marea che si ritira lasciando allo scoperto tutti i detriti che giacciono sul fondo.
leggi la recensione completa di vermeverdeUno dei film più 'pesanti' di Bergman...vedi i 20 minuti dell'austera messa iniziale...se è il primo film che vedi di questo autore, forse il mio preferito, se sei giovane...forse non avrai voglia di vedere gli altri suoi capolavori di più facile visione e sarebbe un peccato!
commento di marco biCupo, grigio, lento eppure molto "potente". Fa riflettere sulla condizione umana... per riflettere.
commento di lsb69…eppure è troppo cupo, lento, grigio! Visto la prima volta (anni 70) con entusiasmo, la seconda (anni 90) con dubbi, oggi guardando l'orologio.
commento di fornarolo9
commento di incallito