Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
Sin dai titoli di testa (accompagnati da una austera colonna sonora) si percepisce una certa atmosfera cupa, sinistra ed ambigua, amplificata dalla splendida fotografia di forte impatto espressionista che accentua il buio e taglia i volti, i corpi e i luoghi con i suoi squarci di luce accecante.
Poco a poco, però, si fanno largo qua e là i toni leggeri della commedia che attenuano il cupo impatto iniziale. Lo sberleffo finale poco alla volta prende forma.
"Il volto" è una riflessione agrodolce su temi quali la scienza, la magia, l'illusione, la superstizione, l'eros, la morte, la vita, ma soprattutto può essere visto come una riflessione sull'Arte e sull'artista/regista e, quindi, sul Cinema come macchina immaginifica duplicatrice (e creatrice) di diverse Realtà.
Il finale a mo' di sberleffo sembra quasi affermare come il gioco illusionistico della Settima Arte possa prendersi una rivincita sul pensiero razionale e sulla realtà stessa.
Di sicuro un film più che buono con un cast di fedelissimi tutti all'altezza (a parte forse qualche macchietta di contorno), con particolare menzione per la già citata fotografia espressionista e per le sequenze horrorifiche della soffitta dove "ritornano" gli specchi e gli orologi....
E' anche, altresì, vero che "Il volto" non raggiunge i livelli di opere come "Sussurri e grida", "Persona", "L'ora del lupo", "Luci d'inverno" o "Il posto delle fragole".
(SEMI)OFF TOPIC Non è un caso che non abbia nominato "Il settimo sigillo". Infatti, non ritengo quest'ultima opera al livello delle sopracitate. Pur essendo indubbiamente buona, il suo valore è amplificato dalla fama (soprattutto di alcune sequenze)
7,5
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