Regia di Roberto Andò vedi scheda film
Madre e figlia, ognuno indipendentemente dall'altra, sfruttano il piacere della lettura e la propria fertilità mentale per lavorare come ghost writes per il beneficiario di turno, che sia il ministro di turno che si prepara a un summit oppure lo sceneggiatore cinematografico a corto di idee. Quando però a Valeria arriva una bozza di soggetto che parla del dipinto di Caravaggio trafugato da un oratorio a Palermo nel 1969, inserito fra i 10 delitti artistici più famosi al mondo e mai più ritrovato, comincia una frenetica sovrapposizione fra passato e presente e fra realtà e finzione...
Soggetto interessante quello sviluppato da Roberto Andò: un cast adeguato, una atmosfera ben costruita, e l'interessante tema del dipinto rubato dalla mafia che ad oggi costituisce uno dei maggiori misteri dei nostri tempi
Eppure il film, che pure gioca con ironia sul rapporto fra realtà e finzione, vuole gestire troppe cose insieme: oltre agli scontati riferimenti sui rapporti fra la malapolitica e la criminalità organizzata, sulla onnipresente interfernza dei Servizi in ogni malefatta della nostra Repubblica, fino alle questione della emancipazione femminile per finire alla satira su un certo cinema di cassetta.
Il risultato finale è un mix di questioni, con molte facilonerie e un plot fin troppo sbrigativo, tanto da finire col rendere l'opera più simile ad una fiction-TV che non ad un cortometraggio di sala.
Alla fine l'impressione è che si poteva certamente fare meglio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta