Regia di Bruno Vailati vedi scheda film
Nel suo volume, edito da Le Mani nel 1997, Storia del cinema storico in cento film, il critico Aldo Viganò inserisce gentilmente anche questo La battaglia di Maratona, codiretto dal nostro Bruno Vailati e dal francese Jacques Tourneur (raramente un film ha avuto tanti padri iscritti alla voce "regia": qui su FilmTV è riportato il solo Vailati, su Wikipedia italiano Tourneur, Vailati e Mario Bava - che aveva diretto la fotografia -, su Wikipedia francese c'è il solo Tourneur, mentre l'Internet Movie Database accredita Tourneur e Bava). Credo che il merito ascritto a questo film sia soprattutto il fatto che il cinema aveva all'epoca (1960) ed ha ancora oggi frequentato abbastanza poco la Grecia classica come soggetto cinematografico. Mentre la storia romana è stata cinematograficamente saccheggiata in quasi tutti i suoi momenti, da Romolo e Remo a Giulio Cesare a Costantino e Teodora imperatrice di Bisanzio, la Grecia è servita da palcoscenico per qualche film mitologico e per alcune riletture omeriche e poco altro.
Ed infatti, dal punto di vista storico, La battaglia di Maratona lascia non poco a desiderare. Lo sfondo su cui si svolge la vicenda del film è indubbiamente storico: le mire espansionistiche verso l'Ellade della dinastia persiana degli Achemenidi, l'appoggio dell'esiliato Ippia (figlio di Pisistrato) al progetto del re Dario I, la possibile adesione ai piani persiani della fazione ateniese capeggiata dalla famiglia degli Alcmeonidi e la volontà dell'arconte Milziade di opporre strenua resistenza agli asiatici, anche con l'aiuto della rivale ellenica Sparta.
Come al solito, però, assume importanza precipua la melodrammatica vicenda amorosa con al centro Filippide, concupito dalla etèra Karis, ma innamorato della giovane Andromeda, promessa dal padre filo ippiano Creuso al traditore Teocrito, in nome della comune appartenenza politica. Ecco: il copione pone al centro dell'azione Filippide, eroe olimpico, guardia sacra, condottiero, fulgido esempio di kalogathia (non per nulla è interpretato da Steve Reeves, erculeo Mister America), figurina collaterale, entrato nella storia per essere colui che corse dalla Piana di Maratona, luogo della battaglia, fino ad Atene per annunciare agli ateniesi la vittoria, ed essere morto subito dopo, per la fatica. Di lui non è certo nemmeno il nome, poiché in alcune fonti si legge Fidippide, ma De Concini, Frassinetti e Vailati ne hanno fatto il fulcro di questa rivisitazione (un po') storica: come se in un film sulla battaglia di Pastrengo fosse presentato quale eroe il tamburino sardo del libro Cuore.
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