Regia di Danny DeVito vedi scheda film
Parabola discendente di una coppia americana benestante, "tignosa" e legata alle apparenze. La prima parte del film racconta la nascita della coppia e definisce le premesse del successivo "sfascio". Carrierismo, ambizione, competitività sono sfaccettature di un egoismo di fondo che impedisce lo svilupparsi di sano e spontaneo rapporto sentimentale, ed anzi lo soffocano. Nella seconda parte del film, più irreale della prima, è raccontato l'epilogo del dissidio tra i due coniugi, che rendono la casa contesa - più per testardaggine che per reale interesse - il teatro di uno scontro fisico e morale, senza esclusione di colpi, il quale finirà per distruggere l'abitazione ed i due contendenti medesimi. Un film graffiante, intriso di un'ironia amara, descrive non solo la grottesca vicenda della coppia, ma anche il mondo che le fa da sfondo: una società alto-borghese nel quale regnano apparenze e convenzioni; ambizione ed ostentazione. Le ambientazioni rispecchiano tale collocazione. Ambienti altolocati, studi professionali, e naturalmente la casa della coppia, grande e curata in ogni minimo dettaglio per arredamento ed oggettistica. Buona interpretrazione dei due attori protagonisti, nonchè di Danny DeVito, nei panni di un avvocato meno avido di altri, in grado di trarre dai fatti di cui è spettatore e narratore insegnamenti per il futuro.
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