Regia di Danny DeVito vedi scheda film
Titolo entrato nel gergo (specie tra i radical chic) per parlare di una coppia che si lascia in malo modo: non capita spesso di creare qualcosa che diventa modo di dire, e questo succede quando il film scatena entusiastico scalpore in chi lo vede. È un fatto inerente la fruizione, che per quanto riguarda questo film è stata molto fortunata. Prima di allora raramente s’era visto un divorzio da far invidia ad una vera guerra senza esclusione di colpi, raccontata con i toni della commedia acida, cattiva, nera pur affrontando un tema serissimo e doloroso: dietro la macchina da presa, Danny De Vito ci mette ritmo e grinta, non si fa scrupolo a mettere in scena i deliri di due coniugi più impegnati a sbranarsi a vicenda che a cercare una soluzione, ritagliandosi la sapida parte del narratore, un avvocato di grido la cui vita si intreccia – povero lui – con quella dei Roses. Sottile e spietata critica alla borghesia, tra l’altro, con la rappresentazione di quadretti in cui emergono l’opportunismo e l’ipocrisia (le cene a casa dei Roses, con le due linee d’azione sopra e sotto il tavolo), ma soprattutto un sapido lavoro di sceneggiatura con battute all’ultimo sangue. Memorabile la sanguinaria lotta finale tra gli scatenati Michael Douglas e Kathleen Turner nell’appartamento degli orrori quotidiani.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta