Regia di Otar Ioseliani vedi scheda film
"Caccia alle farfalle" è un'opera delicata come una carezza, ma al tempo stesso tagliente come un rasoio.
E' una commedia (sospesa tra brevi e lenti movimenti di macchina) che non risparmia un'amara riflessione sulla fine di un'epoca; sulla decadenza di una società ormai surclassata dall'avido capitalismo; sullo smarrimento di tutto ciò che rendeva la vita serena e gioiosa; sulla perdita delle buone maniere.
Ioseliani dà vita ad un racconto morale che dietro alla sua maschera da commedia nasconde un volto malinconico e triste. Tale impressione si avverte sin dalle prime sequenze, dove la festante atmosfera della piccola comunità radunatasi alla stazione, stride con la desaturata fotografia realista in cui anche i colori più accesi hanno sempre tonalità alquanto tiepide. Una strana sensazione di morte aleggia nell'aria; anche la radio non smette mai di annunciare notizie tragiche di esplosioni e di vittime.
Ioseliani, come Tatì, non risparmia pungenti frecciatine ai tic schizofrenici di una società che, cercando di progredire, perde inevitabilmente se stessa. E come Kaurismaki, i toni da commedia amara sono sospesi in una sorta di limbo atemporale in cui passato e presente coesistono mirabilmente.
Dovendo scegliere tre aggettivi per descrivere quest'opera, opterei per: elegante, bizzarra, malinconica.
"Caccia alle farfalle" è come un clown col sorriso dipinto sul volto, ma con l'animo triste.
8
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