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Si muore tutti democristiani

Regia di Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella, Davide Rossi (II) vedi scheda film

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La recensione su Si muore tutti democristiani

di champagne1
7 stelle

Ho sempre combattuto il Sistema, finché non mi sono accorto che il Sistema ero io.

Tre amici quasi quarantenni, intellettuali, ovviamente precari, sempre alla ricerca di una propria definitiva e soddisfacente collocazione nella vita, un giorno si vedono proporre un lavoro molto ben pagato da una persona equivoca, indagata per truffa. Che fare? i garantisti e attendere l'esito del processo, e nel frattempo intascarsi la paga, o rifiutare sdegnati anche solo nel sospetto di una illegalità?....

 

 

La regia è firmata da Il Terzo Segreto di Satira, un gruppo di videomaker satirici, molto attivo sul web e che probabilmente inserisce molte note autobiografiche.

Si muore tutti democristiani è un film sulla coerenza. La coerenza di una generazione che ha vissuto la caduta del Muro di Berlino senza i traumi dei propri genitori e comunque si è formata in un humus ideologico fatto di lotta alle multinazionali, legalità contro corruzione, difesa dell'ambiente e critica ad una globalizzazione selvaggia che non rispetta i diritti degli ultimi.

Come tanti adolescenti che diventano adulti, ad un certo punto si pongono interrogativi che servono a testare anche la propria flessibilità in termini di principi, soprattutto quando la loro difesa potrebbe minacciare benefici e comodità a favore proprio o della propria famiglia.

E nella lacerazione, che questa scelta può prevedere, si intacca quel continuum che a volte crediamo di essere, mettendo definitivamente la parola fine ai sogni giovanili.

Ma - ancora più pesantemente - un certo tipo di dilemma porta a interrogarsi sulla nascita di quei sogni giovanili, come fa ad un certo punto il personaggio di Stefano quando si chiede se quegli ideali fossero mai stati suoi o se semplicemente fossero di "moda" in quel periodo storico e lui li avesse seguiti per inerzia, semplicemente per non sapere dire "no".

 

 

Film intelligente che fa sorridere anche quando diventa ironicamente iconoclasta.  Riesce a rappresentare bene una generazione dai principi non molto saldi, probabilmente elettoralmente ondivaga, e fortemente permeata del pensiero unico neoliberista. Ma anche fortemente critico nei confronti delle vecchie generazioni (vedi i tre anziani sindacalisti) che probabilmente votano sempre e solo in un certo modo, ma appaiono incapaci di declinare i principi difesi per una vita nelle nuove necessità della società contemporanea.

 

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