Regia di McG vedi scheda film
Film televisivo banale, scontato e affossato da una ilarità impropria e fuori contesto. Ilarità non meno impropria dei sottesi accenni sessuali che sconvolgono il protagonista dodicenne. Sconsigliato.
Il piccolo Cole (Judah Lewis), pur se solo dodicenne, prova pulsioni "mature" nei confronti della bella e spigliata babysitter Bee (Samara Weaving). Una sera, mentre i genitori sono fuori per tutta la notte, su suggerimento dell'amica Melanie rimane sveglio con l'intenzione di spiare la bella tutrice: convinto di coglierla in intimità a compiere atti sessuali. Alla porta di casa si presenta non un ragazzo, ma un gruppo di amici di Bee, i quali mettono in pratica un rituale magico, con sacrificio umano. Scoperto a spiare, Cole rimane per tutta la notte in balia della babysitter e dei suoi sanguinari amici.
Mediocre produzione diretta dal pessimo regista/produttore Joseph McGinty Nichol (con l'anonimo nickname McG) dedestinata né alle sale, né all'home video bensì al circuito PayTv (Netflix). Pur essendo piuttosto violento, soprattutto per il target di riferimento adolescenziale, questo inutile -per quanto semplicistico e citazionista nonché inguardabile- La babysitter rappresenta il classico brutto film-esempio del vuoto (di contenuto) raggiunto dalle ultime produzioni americane: che tentano di coniugare ironia, disgusto e sesso (al limite della pedofilia dato il contesto specifico). Inutile aggiungere che tutto il mondo psicologico a stelle e strisce della ipocrisia e della patetica concezione dell'apparenza (Bella Thorne slanciata in un bacio lesbo con la stessa babysitter ne rappresenta "degnamente" il concetto) è qui tratteggiato con elementare (e pregnante) futilità.
Una bella regia, la buona fotografia e in sostanza un budget decoroso in grado di garantire buone scenografie, danno ancor più la misura del vuoto raggiunto dalle produzioni americane destinate ad un pubblico (im)maturo e ingenuo, passivamente costretto a subire noiose parodie horror.
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