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Una giusta causa

Regia di Mimi Leder vedi scheda film

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La recensione su Una giusta causa

di alan smithee
4 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

La tenacia di una donna. Il biopic della regista Usa Mimi Leder, precedentemente più votata all'action e al disaster movie, piuttosto che al bipic di denuncia civile,  è incentrato a raccontarci la storia di vita (oltre che di carriera) della prestigiosa avvocatessa oggi ottantacinquenne Ruth Bader Ginsburg, quando, già moglie e madre, riuscì ad essere una delle prime donne a venire accettate ad un corso di legge all'Università di Harvard, e nonostante ciò, una delle molte donne costrette a restare senza offerte di lavoro solo per la circostanza discriminatoria di essere donna nella società pur progredita e sviluppata di un'America anni '50 ancora lontana dal garantire equità di trattamento ed uguaglianza sessuale e razziale tra cittadini.

Incalzata dal marito fiscalista, la giovane tenace donna finirà per battersi ed ottenere giustizia riguardo ad un caso di clamorosa discriminazione ai danni di un assistito del marito, contribuendo a creare un importante recedente utile a tutta la giurisprudenza a seguire, al fine di dirimere le odiose discriminazioni di cui sopra.

Il film, strutturato come un biopic piuttosto ben ambientato e forte di uno sforzo scenografico decisamente rimarcabile, di fatto si traduce nella solita un po' prolissa e scontata storia di vita, celebrativa e glorificante, che nulla aggiunge al cinema autobiografico più ordinario e di buone intenzioni, tipicamente made in Usa.

Felicity Jones si prodiga anima e corpo a tradurre in azioni e espressioni la tenacia battagliera di una donna intelligente e determinata, ma pure onesta, così come Armie Hammer risulta coerente e ben scelto ad impersonare un marito affettuoso e solidale.

Il migliore resta Justin Theroux, attore spesso coinvolto assieme a grandi come Lynch, ma assai maniacale nel centellinare le sue apparizioni, quasi sempre come in questo caso ruoli di contorno, che tuttavia quasi sempre lasciano il segno o, come in questo caso, fanno la differenza.

Il film tuttavia non riesce a discostarsi dal cliché tutto americano, tanto risaputo quanto prevedibile, né a creare quel pathos che il tenace personaggio probabilmente meriterebbe, risultando a tutti gli effetti niente di più che un corretto biopic senza molta anima in corpo.

 

 

 

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