Regia di Luigi Di Gianni vedi scheda film
In un quartiere popolare di Napoli una donna esercita l'attività di maga e guaritrice. Di Gianni assiste a una sua giornata di lavoro, fra clienti poveri, malati, sofferenti per amore e naturalmente superstiziosi.
Diciotto minuti in bianco e nero, con la fotografia di Carlo Alberto Cerchio, per uno studio antropologico sul campo, un’incursione nel mondo della parapsicologia e della magia così come intesa tradizionalmente in ambito popolare. Luigi Di Gianni si reca in casa della signora Margherita, in un quartiere napoletano abitato da gente povera e profondamente superstiziosa, e osserva la guaritrice e maga all’opera: malati e bisognosi d’amore sono le due categorie principali di clienti che ricorrono alle sue mani e ai suoi riti, che puntualmente fanno breccia nelle menti e nei corpi dei visitatori. L’alto tasso di riuscita di tali rituali è dovuto principalmente al fatto che le persone degli strati sociali più bassi sono generalmente le più portate a credere nel paranormale e quindi ad affidarvisi spontaneamente, ritenendolo una risorsa altrettanto attendibile della comune medicina; questo ce lo spiega il commento scritto da Annabella Rossi e letto dalla voce off – non accreditato, in maniera abbastanza incomprensibile – di Enrico Maria Salerno. Un commento sobrio e distaccato, che non manca però di fare il punto sull’anacronismo delle situazioni sulla scena. 6/10.
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