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Oliver Stone: Intervista a Putin

Regia di Oliver Stone vedi scheda film

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La recensione su Oliver Stone: Intervista a Putin

di ilcausticocinefilo
7 stelle

 

 

 

C’è chi ha avuto da ridire sull'opera perché il regista non avrebbe posto domande poi così scomode, tuttavia – a parte il fatto che, dato il contesto, probabilmente oltre un certo punto gli sarebbe stato difficile andare – ciò che risulta maggiormente interessante, in questo genere di opere e in special modo in questa, è soprattutto il non-detto, ciò che emerge tra le righe; in altre parole, il sottinteso, quel che passa sottotraccia e che, nel complesso, contribuisce a tratteggiare un quadro un poco più sfaccettato della media di una personalità (e, a tratti, di un’intera nazione) che per tanti in Occidente, a quanto sembra, rimane per buona parte misteriosa, enigmatica ed “estranea”.

 

Ovviamente, va da sé che se un qualcuno che emerge dai ranghi del KGB non vuole che una determinata vicenda del suo passato si venga a sapere è probabile non la si saprà in effetti mai; ed è altrettanto indubbio che Putin talvolta svicola e prende a fissare Stone (per esteso, lo spettatore) con uno sguardo a metà tra il glaciale e il sarcastico.

In ogni caso, bisogna pur sempre ammettere che quantomeno si cerca di parlare anche delle questioni più scottanti e delicate (ad es. la guerra in Cecenia) e che – salvo in alcuni frangenti, come quando si ritrova incalzato dalle domande in merito alle leggi sulla “propaganda gay nelle scuole e tra i giovani” e in generale sull’omosessualità – l’intervistato in genere risponde piuttosto direttamente e senza mezzi termini (inutile aggiungere che lo fa in base alla sua visione della “realtà delle cose”, visto che può permetterselo e di sicuro nessuno “oserebbe”contraddirlo).

 

 

Vladimir Putin

Oliver Stone: Intervista a Putin (2017): Vladimir Putin

 

 

Ma tanto lo immagino cosa vi interessi davvero, in questo nostro grigio presente, e allora vi accontento subito: della situazione in Ucraina si parla, brevemente, nel 2° episodio e per quasi metà del 3°. E se ne discute in termini decisamente poco sibillini.

Ma a dar da pensare è più ancora un’osservazione fatta quasi en passant: riguardo gli Stati Uniti, Putin – che peraltro nel corso delle quattro ore li definisce ripetutamente “amici” e “partner” –, alla domanda di Stone sul perché continui a definirli tali se poi dalle sue parole traspare come gli stessi abbiano sempre cercato di “fregare” la Russia, risponde testualmente: “perché il dialogo non va mai abbandonato”. E pure per quanto concerne l’Ucraina ripete un concetto simile, il che – chiaramente – suona perlomeno “curioso” stanti i fatti di questi ultimi mesi.

Altrettanto “curiosa” risulta la giustificazione circa lo stato democratico del Paese: con un sottofondo evidentemente ironico, Putin risponde che non si può certo pretendere che la Russia, ovvero un Paese senza alcuna solida tradizione democratica alle spalle, possa giungere direttamente al “perfetto grado” di democrazia degli USA. E nel rispondere in questi termini ammette quindi implicitamente che nella sua terra non vi sia esattamente una democrazia. Interesnyy.

 

Ma diversi altri piccoli segnali, fulminei sguardi, affermazioni fatte con studiata nonchalance, come detto, integrano il ritratto di un personaggio che, volenti o nolenti, tocca tenere in considerazione, insieme al Paese che dirige, per via dell’innegabile influenza esercitata in altre aree del mondo, dall’Est Europa all’Europa occidentale al Medio Oriente.

E, alla fine, di Putin traspaiono – forse, chissà, persino oltre le intenzioni – alcune caratteristiche: sembra sempre calmo e impassibile, ma su alcune questioni (come quella ucraina) non riesce ad evitare di “innervosirsi” o comunque fatica a tagliare corto; inoltre, il suo atteggiamento ha un che di “artificiale”, ovvero dà una sensazione come di finta cordialità, disponibilità solo apparente…

 

 

Oliver Stone

Oliver Stone: Intervista a Putin (2017): Oliver Stone

 

 

The Unknown Known di Morris nella locandina riporta: "Why is this man smiling?". Ecco, nel caso di Putin si può avanzare una teoria simile: siamo in presenza di un dissimulatore che risponde sì alle domande, appunto alquanto direttamente, eppure guarda abbastanza con ironia al suo interlocutore e pare credere che quel che dice sia di per sé evidente, della serie “è così che vanno le cose nel mondo”, “cosa vi aspettate?”, “gli affari internazionali si portano avanti in questa maniera” (difatti, dopo aver parlato dell’operato in Siria e dei convogli che trasporterebbero rifornimenti di carburante per i miliziani dell’ISIS tramite la Turchia, quando Stone gli domanda facendo il finto tonto perché non abbia provato ad avvertire Erdogan di questi fatti Putin si limita a scoppiare a ridere e a rimarcare nuovamente come questi avvenimenti siano noti a tutti).

Diversi altri, oltre a quelli citati sopra, sono ad ogni buon conto gli argomenti affrontati: la supposta influenza russa nelle elezioni americane (con relative risposte circa la supposta ingerenza ben più marcata degli Usa in Russia); Snowden; i trattati di non proliferazione nucleare; i rapporti col passato sovietico (e, in particolare, stalinista); la guerra cibernetica; le modalità dell’intervento in Siria ecc.

 

In definitiva, questa serie, tanto per il detto quanto per il non-detto, si dimostra di grandissimo interesse, rilevanza e attualità, specialmente in questo nostro 2022, perché facilita sicuramente la comprensione di un uomo e di un Paese impossibili da ignorare, nel bene e nel male, e tantomeno impossibili da “espellere” dall’Europa, e non mi riferisco qui soltanto ai fattori economici ma anche (soprattutto?) a quelli culturali.

E poi, nonostante duri ben 4 ore, non stanca mai ed anzi - specialmente per quanti si appassionino di storia e geopolitica - si rivela una fonte inesauribile di stimoli per andare successivamente ad informarsi a fondo in merito ad alcune delle tematiche affrontate, in special modo a verificare in che misura corrisponda al vero (per ciò che è possibile inferire dalle spesso contraddittorie testimonianze reperibili, s'intende) la descrizione di quanto avvenuto in Ucraina ai tempi dell’Euromaidan del 2013-14, della strage di Odessa, dell’annessione della Crimea e dell’inizio della guerra nelle auto-proclamatisi repubbliche indipendentiste dell’est del Paese.

 

 

Oliver Stone, Vladimir Putin

Oliver Stone: Intervista a Putin (2017): Oliver Stone, Vladimir Putin

 

 

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Ultimi commenti

  1. CineNihilist
    di CineNihilist

    Molto interessante questa tua recensione sull'intervista di Oliver Stone, perché la volevo vedere anch'io per motivi storici e geopolitici essendo un appassionato e avendo letto molto della Russia grazie a Limes, in particolare "La Russia di Putin" del 2016 dove si spiega con tutta l'oggettività del caso la mentalità e la sensibilità russa che va oltre i banali talk show italioti disseminati in televisione, che fanno molto spesso solo demagogia con l'equazione Putin=Hitler Russia=impero del male. Non vedo l'ora di leggere "Il caso Putin" dopo la trilogia "La Russia cambia il mondo", "Cina-Russia la strana coppia" e "Se crolla la Russia".
    Dell'intervista di Stone avevo visto solo uno spezzone in cui il regista antisistema americano faceva vedere per la prima volta "Il dottor Stranamore" a Putin: esilarante e molto interessante il commento finale di Putin.
    Tutti a dire Putin carnefice, dittatore, ammazzabambini, killer, nuovo Hitler che invaderà "leuropa" (ma dove che a malapena arriva Kiev? Al massimo lancerà le atomiche su Bruxelles e Parigi se avrà le truppe NATO sotto casa, sul terreno si sta giocando il tutto per tutto in cui legittimerà terreni che già aveva sotto il suo controllo, non gli sta andando benissimo sul piano militare), ma quante volte l'Occidente "democratico" ha sbattuto in faccia la porta a Putin isolandolo sempre di più internazionalmente e costruendo un vera e propria cintura di fuoco atomica a poche centinaia di kilometri da Mosca con possibile escalation (che c'è stata!)?
    Non voglio giustificare assolutamente le azioni criminali di Putin (tra l'altro non totalmente appoggiate inizialmente dal deep state russo, basti guardare a come Putin tratti con la frustra un imbarazzato capo d'intelligence reperibile il tutto su YT) come fanno "i figli di Putin" che glorificano un despota giudicato da loro "illuminato", però non si può negare come la propaganda occidentale gonfi e costruisca ad arte una retorica volta sempre ad autoassolversi da tutti i suoi errori e demonizzare (se non addirittura censura in ambienti accademici!) senza sguardo critico i propri "avversari". Persino Oliver Stone sbeffeggia la faccia di bronzo faziosa di Parenzo e quell'altro giornalista totalmente allineati allo Zio Sam più dell'americano stesso: https://youtu.be/YiLcBpsW2Do

    Putin si sta giocando la Storia russa e la sua stessa leadership, ha fatto "all in" riportando (?) non solo la guerra in Europa, ma la Storia. E la geopolitica, ritenuta disciplina nazifascista fino a 30 anni fa. Che ci piaccia o no, il mondo è crudele ed è fatto di complessità inscritte nell'eredità che ci hanno lasciato i nostri padri. Comprenderle è un primo passo per uscire dal binarismo delle propagande opposte che si stanno scontrando pericolosamente in questi mesi. Ma come in ogni crisi, alla fine è sempre la povera gente a rimetterci la pelle (in entrambi gli schieramenti), e il caprio espiratorio rimane come al solito l'unica soluzione per convogliare rabbia e frustrazione. Il pensiero unico all'ennesima potenza. Putiniano o atlantista, russofilo o russofobo, provax o novax ecc. ecc.

    Ritornando sul buon Stone, finalmente mi sono recuperato negli ultimi 5 mesi dei suoi film che ho trovato molto belli: Platoon, Natural Born KIllers, Snowden e Alexander (quest'ultimo un po' meno XD). Mi interessa molto recuperare JFK, Wall Street e Salvador.

    1. claudio1959
      di claudio1959

      Visti tutti e tre guardali sono interessanti

    2. ilcausticocinefilo
      di ilcausticocinefilo

      Sì, certe equazioni “alla vateciava”, che proliferano ormai da quasi tre mesi, lasciano il tempo che trovano: Putin lo zar, Putin erede di Stalin, no – contrordine – Putin è l’Hitler 2.0… quando si dice la reductio ad hitlerum… Zelensky stesso oggi ha rilanciato al riguardo. Poi, va da sé, che se si può anche scusare la mancanza di oggettività in chi è in prima linea, di sicuro la si può condonare molto meno nel caso di tanti sedicenti esperti occidentali e italici.

      Simili pseudo-analisi, ovviamente, aiutano ben poco a comprendere il contesto e il personaggio. Attenzione, disclaimer for dummies: ho scritto comprendere, non giustificare. L’invasione del 24 febbraio ha una lunga storia alle spalle e far finta che ciò che è successo negli ultimi 8 anni non c’entri nulla e che tutto derivi dalla follia di un singolo è, perlomeno, riduttivo. Forse anche fuorviante.
      E il fatto stesso che chiunque cerchi di portare avanti un discorso un po’ articolato debba continuare a premettere: “fermo restando la fermissima condanna del despota” beh, dà un’idea dello stato del dibattito. Tant’è vero che i “putiniani”, “putinisti”, “putinversteher” sono andati a pescarli tra chiunque abbia anche solo osato criticare la propaganda di ambo le parti e l’escalation verbale della NATO; e non invece tra i più “inossidabili” sostenitori del Presidente russo: i vari Salvini, Meloni, Berlusconi e via.
      Per la serie: l’informazione libera… (parentesi: l’argomento usato da tanti prodi utenti dei vari siti per il quale se ti lamenti dell’informazione qui dovresti chiamarti fortunato di non essere in Russia dove ti incarcerano oppure se ti fanno così schifo i mass media di queste parti dovresti allora trasferirti sempre in Russia è l’equivalente di dire che non dovresti mai e poi mai lamentarti di far fatica ad arrivare alla fine del mese in Italia perché in Congo c’è chi muore di stenti: che logica, ragazzi, che logica).

      Bene, finito il breve sfogo, vengo all’ambito strettamente cinematografico: tutti quelli da te citati sono sicuramente filmoni immancabili (come già riportato da @claudio1959 qui sopra); poi personalmente tenderei ad aggiungere di esser rimasto colpito in modo particolare da Salvador: un film devastante ma “uncompromising” come direbbero gli ammerrigani, realistico e documentatissimo (nonostante sia stato girato nel mentre degli eventi), cui ho dedicato la mia 100a recensione: https://www.filmtv.it/film/8355/salvador/recensioni/982116/
      Quindi, di mio, ti consiglierei di partire da lì nel recupero delle tre opere :)

    3. CineNihilist
      di CineNihilist

      92 minuti di applausi e concordo con ogni lettera e spazio :D

      O sei con loro o sei con noi, della serie: o Sahara o Polo Sud. Che scegli? E questo sarebbe il dibattito libero e democratico? Come ho sempre detto, il mondo è diviso in due parti: partito unico o pensiero unico.
      Poi c'è un terzo polo che fa la differenza. Uno di questi è Assange, ormai "deportato" nella "migliore democrazia del mondo".
      Siamo in un mondo di estremismi come lo sono i social del resto. Altro che éra "fluida" e "liquida" che va oltre la retorica e l'ideologia. Quest'ultime hanno assunto solo forme più sfumate e subdole, riducendo la complessità e la profondità su ogni argomento. Benvenuti nella società del tik tok permanente. Benvenuti nell'era in cui gli armamenti saranno più importanti di sanità e istruzione solo perché c'è una minaccia (?!?!) da abbattere. Dove, chi, quando, perché? Ai posteri l'ardua sentenza.
      [Pessimismo parte 2 XD.]

      Sfogo comprensibile, ormai ci siamo abituati ;)
      "Salvador" avevo visto che l'avevi recensito tempo fa, infatti volevo aspettare di vederlo prima di leggere la tua recensione, così la mente è fresca e riesce a fare più collegamenti. Quando lo vedrò (spero molto presto) la leggerò sicuramente :)
      E conto anche di recuperarmi il documentario, che nel bene e nel male è una fonte di vitale importanza, soprattutto oggi, dove l'informazione è faziosa più che mai.

    4. ilcausticocinefilo
      di ilcausticocinefilo

      Benvenuti nell'era in cui gli armamenti saranno più importanti di sanità e istruzione solo perché c'è una minaccia (?!?!) da abbattere.

      Ma infatti la teoria ripetuta pervicacemente dai megafoni più disparati che vuole che Putin sia così demente, diciamocelo chiaramente, da attaccare l’Europa occidentale ma anche “solo” Polonia o Stati baltici e così ingenerare la Terza guerra mondiale mi pare la tipica tattica da terrorismo psicologico utile a giustificare pressoché qualunque sparata e, tra le altre cose, la russobia montante, la nuova elevazione dello splendido occidente “esportatore di democrazia”, la “beatificazione” della NATO nonché come dici il re-indirizzamento della spesa pubblica, peraltro già deciso o comunque già “nell’aria” (infatti per la scuola, ad es., nel DEF si prevede di portarla, per il 2025, al 3.5% del PIL dal 4 che è oggi; lo stesso la sanità, con percentuali diverse…).

      Per il resto, ho visto che anche ad altri (https://youtu.be/LFCm6EgL4_g?t=528 ) è venuta la stessa idea mia: ovvero, di riguardare il documentario di Stone in questi ultimi tempi e sì, ha ragione in questo caso Odifreddi, lo ribadisco: si tratta sicuramente di una visione estremamente interessante ed istruttiva.

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