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Regarde les hommes tomber

Regia di Jacques Audiard vedi scheda film

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Utente rimosso (SillyWalter)

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La recensione su Regarde les hommes tomber

di Utente rimosso (SillyWalter)
9 stelle

Il primo  lungometraggio da regista di Jacques Audiard ha già l'impronta piena dell'Audiard migliore. REGARDE LES HOMMES TOMBER è in parte crime-noir, in parte ritratto di vite alla deriva aggrappate a fragili e insoliti legami umani. Con tre enormi interpretazioni da parte di Jean-Louis Trintignant, Mathieu Kassovitz  e Jean Yanne.

Mathieu Kassovitz

Regarde les hommes tomber (1994): Mathieu Kassovitz

 

         Simon (Yanne) è un rappresentante di commercio che di colpo si scopre vecchio e privo di vita,  la testa occupata da routine, formule di vendita e ricordi poco significativi ("gli odori delle case in cui ho vissuto"). Quando un suo amico poliziotto finisce in coma dopo uno scontro a fuoco che quasi lo coinvolge, Simon trova uno scopo nell'occuparsi di lui e nel seguire l'andamento delle indagini su chi gli ha sparato. La sua diventerà un'ossessione che lo porterà a lasciare lavoro e famiglia per partire alla ricerca del colpevole. Lungo il viaggio capirà anche qualcosa di più su di sé. Parallelamente seguiamo le vicende di Marx (Trintignant) e Frederic/Johnny (Kassovitz),  due vagabondi uniti dal caso e dall'autostop. Marx è zoppo, ferocemente solitario, incarognito e intrattabile. Frédéric (che si cambierà nome in Johnny perché Marx gli dice subito che ha un nome idiota) ha un lieve ritardo mentale, è ingenuo come un bambino e non ha nessun piano o desiderio tranne quello di restare con Marx. I due, "a modo loro" sempre più legati , sopravvivono con ciò  che offre il momento, una vincita alle carte, un furto, un lavoro saltuario, fino a quando un boss della mala si rifà vivo con Marx per regolare un vecchio debito. Per ripagarlo Marx e Johnny cominciano a lavorare per lui e finiscono per incrociare il cammino di Simon. 

 

Jean-Louis Trintignant, Mathieu Kassovitz

Regarde les hommes tomber (1994): Jean-Louis Trintignant, Mathieu Kassovitz


         L'immersione della regia nell'interiorità dei protagonisti e la  bravura degli attori nel costruire percorsi vivi e convincenti sono tali che  si sarebbe portati a pensare d'istinto che il "crime" sia solo una cornice-pretesto per far esistere queste figure. Ma l'aspetto criminale non è affatto superfluo, è solo una faccia della medaglia. Nella violenza e nella durezza di questi affari di polizia e malavita si specchiano i paesaggi interiori di Simon e Marx. Simon è una persona che non vede un senso in quello che fa e sente, ha perso ciò che lo lega agli altri. Sembra interrogarsi e guardarsi attorno senza però trovare emozioni che lo guidino. Marx invece è come un vecchio animale abituato alla durezza della vita. È aggressivo ed egoista ma sa come cavarsela nelle circostanze più difficili. La storia vive tra  queste due pareti opprimenti, tra un fuori crudele e spento e un dentro inaridito.  In questo spazio sopravvivono "fiamme pilota" di umanità scovate nei posti  più strani. Simon si lega più che mai a un amico in coma. Impara a prendersene cura, a parlargli, entra nel suo mondo al punto da non accettare che le indagini per trovare chi gli ha sparato non procedano con priorità assoluta. Marx invece  trova il più improbabile compagno di viaggio in un ragazzo che non reagisce ai suoi spigoli e cerca la sua stima. Una presenza sgradita e imposta con cui a fatica nasce un rapporto difficilmente decifrabile fatto di bisogno, ricatto emotivo, abitudine e riconoscenza, ma che inevitabilmente rintraccia in Marx qualcosa di sopito. Nel contrasto con quel che li circonda questi residui di umanità diventano per Marx, Johnny e Simon l'unica luce al mondo, una preziosa ossessione e una schiavitù da servire fino alle estreme conseguenze.          

 

Jean-Louis Trintignant

Regarde les hommes tomber (1994): Jean-Louis Trintignant

 

        Audiard è intenso, ricco e intimo nel descrivere la confusione di Simon e l'incontro di Marx e Johnny (per ciò che riguarda il malessere di Simon, ad esempio, dà conto di una quantità di elementi eterogenei che si affollano ai suoi sensi). Con cura registra i minimi cambiamenti, prepara l'evoluzione dei personaggi un particolare alla volta con la giusta attenzione per le espressioni dei suoi splendidi interpreti. I momenti di tenerezza e di "apertura umana" risultano in tal modo credibili, fondati e mai fuori misura  e si percepiscono sul lungo periodo come un accumulo di importanti dettagli (che siano l'innocenza spiazzante di Johnny che lentamente scava nella dura corteccia di Marx o quel che insegna un amico in coma o il lento emergere di nuove curiosità). Un risultato notevole trattandosi di personaggi complessi e fuori dal comune che potevano cadere ad ogni passo in eccessi sentimentali o nel facile ricorso a sensazionalismi crudeli e formule stereotipate da cinema maledettistico.

 

Mathieu Kassovitz, Jean Yanne

Regarde les hommes tomber (1994): Mathieu Kassovitz, Jean Yanne

 

        La coppia Marx-Johnny (veramente da brividi l'intesa tra Kassovitz e Trintignant) apporta una varietà di toni piuttosto ampia. Se nelle prime battute Marx tratta Johnny in maniera decisamente brutale o come minimo infastidita, non mancano però anche i momenti chiaramente comici generati più che altro dalle incomprensioni tra i due e dal fatto che l'aggressivo e orgoglioso Marx spesso non riesce nè a farsi capire da Johnny nè a provocarlo. Anche queste deviazioni d'alleggerimento a sorpresa funzionano benissimo perché non sono per nulla calcate e appaiono anzi quasi involontarie o dovute a un'interpretazione esterna, dello spettatore. Nessuno infatti si sforza di farci ridere, nè la regia  che si mantiene distante e non si snatura,  nè i due protagonisti, visto che da un lato Marx non gradisce, non ride e non cambia ma accentua i suoi modi ruvidi e offensivi (che subito fanno rientrare la deviazione umoristica) e dall'altro Johnny neanche sa di avere detto o fatto una qualche assurdità divertente. Quando invece il feeling tra Marx e Johnny aumenta questi momenti si riverberano in altro modo e le diverse reazioni di Marx (sempre però lontane dalla risata) contribuiscono anche  a dare il senso di una familiarità crescente (da segnalare quantomeno i confusi e buffi episodi in cui Marx insegna a Johnny il mestiere e l'atteggiamento del vero criminale).

       Finale perfettamente in tono che non mitiga la malinconia e la crudezza attraversata dai protagonisti ma riesce (in un modo giusto per questi percorsi di confine) a non sacrificare quell'umanità riaccesa e tenuta viva a dispetto di tutto.  

        

        REGARDE LES HOMMES TOMBER nel 1995 ha vinto tre César: Miglior Opera Prima, Miglior Montaggio (J. Welfling) e Miglior "speranza maschile" (Mathieu Kassovitz)         

 

Mathieu Kassovitz, Jean-Louis Trintignant

Regarde les hommes tomber (1994): Mathieu Kassovitz, Jean-Louis Trintignant

 

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