Regia di Sébastien Marnier vedi scheda film
Pierre Hoffman (Lafitte) è un supplente che, all'indomani del suicidio del titolare di cattedra davanti ai propri alunni, viene ingaggiato da un esclusivo liceo francese e messo a insegnare in una classe di studenti tanto eccellenti quanto estranei a qualunque forma di relazione ed empatia. Sei di questi stanno progettando uno strano piano che li porta costantemente a sfidare il pericolo e la morte. Hoffman li spia e scopre alcuni dvd con materiali incandescenti.
Il film di Sebastien Marnier è un prodotto anfibio che attraversa molti generi, senza mai spingersi veramente verso nessuno di essi: sembra un dramma psicologico dalle tinte horror, con riferimenti al western, al giallo, alla fantascienza, al documentario (terribili le scene dei mattatoi) e al grottesco, ma rimane fino alla fine un prodotto ibrido e insolito. Difficile dire se sia più un pregio o un difetto, né quanta parte del nichilismo spinto che aleggia sul film sia opera del romanzo originale di Christophe Dufossé da cui è tratto. Pare comunque un'opera che condensa Il villaggio dei dannati con l'astrattismo di Dominik Moll e l'algida rassegnazione di Haneke, riuscendo a calamitare costantemente l'attenzione dello spettatore, partecipe di una visione del tutto rinunciataria del futuro tanto da parte dei giovani quanto degli adulti, senza mai farlo empatizzare con alcuno dei personaggi, tutti straordinariamente inespressivi.
Meritano una nota a parte le due lunghe sequenze in cui il coro scolastico esegue Pissing in a River e Free Money, di Patti Smith.
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