Regia di Benedikt Erlingsson vedi scheda film
In Islanda, una donna di mezza età (Geirharðsdóttir) in attesa di adottare una bambina compie continui sabotaggi della rete elettrica come risposta allo scempio che le multinazionali stanno compiendo su quell'isola a livello ambientale. Braccata dalla polizia che non ne conosce la vera identità (la donna, nel quotidiano, è un'innocua insegnante di canto), la nostra eroina trova la complicità di un vecchio agricoltore e di un amico, mentre tiene all'oscuro della faccenda la sorella gemella, che si rivelerà determinante nell'esito di tutta la storia.
L'opera seconda di Benedikt Erlingsson, già attore per Von Trier ne Il grande capo, è un film coraggioso e originale, che racconta la vocazione ambientalista della protagonista con un registro bizzarro, straniato e spiazzante, accompagnato da un trio tastiere, bassotuba e batteria e da un trio vocale femminile che punteggiano moltissime scene del film con una funzione da coro greco in commento sonoro del film. Ed è questo il vero valore aggiunto di un'opera nella quale la sottotrama sulla maternità adottiva della bio-terrorista fa barcollare a tratti il racconto, facendogli perdere l'efficacia dello spunto in chiave quasi thriller.
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