Regia di William Wyler vedi scheda film
Nel suo libro "I capolavori del cinema" il critico Claude Beylie scrive a proposito di "Jezebel" :"La regia è ampia e precisa, attenta al minimo fremito del volto dell'attrice senza mai perdere di vista la visione complessiva di un'epoca turbolenta. Anche se non gli ha arriso il successo di Via col vento, il film di Wyler può venirgli preferito per la precisione delle sue psicologie, la perfezione del cast, l'abile dosaggio di realismo ed epopea". Condivido il giudizio di Beylie, se si esclude il paragone sfavorevole per "Via col vento" che una certa critica ha sempre voluto snobisticamente maltrattare. In ogni caso, il film di Wyler è un pregevole melodramma costruito su misura per Bette Davis, che vinse un meritato Oscar per l'interpretazione di Julie Marston, una viziata ereditiera nel Sud della Guerra di Secessione. La Davis aveva una presenza scenica straordinaria che metteva in secondo piano il suo aspetto fisico non troppo accattivante, e in questo film sembra anticipare molte caratteristiche di Rossella O'Hara, ruolo che David O'Selznick non volle affidarle causandole una comprensibile delusione. La sua performance risulta di grande intensità anche perché nella parte finale il suo personaggio si redime, dunque non è proprio la tipica "bad girl" a cui l'attrice sembrava essere affezionata. Al suo fianco un giovane ed affascinante Henry Fonda nel ruolo dell'amato Preston Dillard, una Fay Bainter premiata con l'Oscar come attrice non protagonista, un George Brent di un certo spicco nel ruolo del rivale di Preston, che lo sfida a duello. La fotografia di Ernest Haller è in bianco e nero e viene spesso lodata in diverse recensioni del film, ma purtroppo non può essere apprezzata nella copia televisiva che circola in Italia, malamente colorizzata, che è quella che ho visto anch'io. La Davis con Wyler avrebbe girato negli anni successivi anche "Ombre malesi" e "Piccole volpi" che restano senza dubbio tra i suoi migliori film; "Jezebel" fu molto apprezzato anche dal grande critico francese Andre Bazin.
Voto 8/10
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