Regia di William Wyler vedi scheda film
Giulia è un'erediteria sudista, aristocratica illuminata per il rapporto franco che ha con la servitù e che tratta con la stessa franchezza il fidanzato, Preston, banchiere in fieri che sta cercando di avere successo nel suo campo. Uno stupido capriccio, un gesto di anticonformismo autolesionista, un vestito rosso al posto di un tranquillo abito bianco come vuole l'usanza e Giulia viene additata ed esclusa da tutti. Anche da Preston che scompare e va a New York.
Indimenticabile la scena del ballo in solitaria dei due, Bette Davis con un abito che lascia intuire fuoco e fiamme anche se il film è in bianco e nero( astenersi dalla versione colorizzata), è umiliata dal cerchio delle anime impure in abito candido che la osservano da fuori della pista di ballo.
E' il tempo dell'isolamento e del rimpianto,Giulia è come un fiore strappato alla sua terra è destinato ad avvizzire dimenticato.
Vive nel suo mausoleo lontano da tutti, sola, lontana anche dal suo Preston, capendo ogni giorno che passa che razza di stupidaggine ha fatto.
Eppure il destino le riserva cose ancor peggiori come il matrimonio di Preston e la febbre gialla.
E lei si impone l'estremo sacrificio per dimostrare a Dio e agli uomini la tenacia del suo amore e la consapevolezza del proprio pentimento.
Sarà un luogo comune ma gente come Wyler non ha eredi a Hollywood.La sua maestria nel tratteggiare la figura di questa nuova Rossella O'Hara è sottolineata dalla straordinaria performance di Bette Davis(giustamente premiata con l'Oscar) che è l'anima e il cuore di questo film.
Un melodramma sudista dall'impianto classico che resiste integro all'usura degli anni come può resistere solo il grande cinema.
E questo è grande cinema.
grandissima regia
straordinaria
notevole
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