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Johnny Suede

Regia di Tom DiCillo vedi scheda film

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La recensione su Johnny Suede

di iosif
8 stelle

Tutti i film manipolano e modellano la realtà, forzandola ad aderire a un preciso punto di vista, creando una coerenza nel mondo senza la quale non sarebbe possibile costruire una storia interessante. Perché il mondo vero è caotico e non consequenziale, poco divertente e poco significativo, e quindi improponibile sullo schermo. Johnny Suede fa parte di quei film che il mondo lo forzano parecchio, lo trasfigura e lo svuota pur raccontando una storia urbana, fatta dunque da luoghi concreti e comuni. Il regista ha bisogno di cambiare tanto il mondo perché mette in scena sensazioni e atmosfere, invece di luoghi e azioni, e per fare questo occorre che ogni elemento sia essenziale e rappresentativo, e ogni mancanza evidente.
DiCillo è stato collaboratore di Jarmusch, e con lui condivide molte scelte e preferenze (e feticismi, come Elvis, le scarpe, le stanze simili a celle, in cui i personaggi si rinchiudono volentieri), ma rispetto a Jarmusch sostituisce il tono epico con uno sospeso e stralunato, con un’ironia così sopra le righe da non poter essere presa sul serio e troppo lieve per essere grottesca. DiCillo spoglia la città e spoglia i suoi protagonisti (aspiranti cantanti, donne fatali e truffatori), caricando tanto i loro tratti da togliere loro credibilità. Johnny Suede si muove in un mondo dove niente è autentico, ogni cosa può essere accolta perché passa inosservata, e così anche le acconciature surreali di Brad Pitt e Nick Cave (il quale, segnalo fra parentesi, canta anche un piccolo pezzo a cappella, in un cortile dall'eco impossibile) si lasciano contemplare, ma non scatenano la comicità. Un film che sospende tutto quello che racconta, forse anche con eccessiva tenacia ed efficacia, fino a diventare fragile, ma che offre anche momenti di fredda e assurda bellezza.

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