Regia di Farhad Safinia vedi scheda film
A dirigere Il professore e il pazzo è P.B. Shemran, nome dietro a cui si cela Farhad Safinia, sceneggiatore e produttore iraniano. Nato a Tehran nel 1975, ha lasciato il Paese all'età di quattro anni per trasferirsi prima a Parigi e poi a Londra. Laureato in Economia a Cambridge, ha diretto diverse produzioni teatrali per il college e, dopo gli studi, è volato a New York, dove ha deciso di frequentare la Tisch School of the Arts. Sposatosi nel 2007 con l'attrice Laura Regan, ha partecipato alla sceneggiatura di Apocalypto, ha fatto da assistente a Mel Gibson sul set di La Passione di Cristo e ha creato la serie televisiva Boss.
A proposito di Il professore e il matto, suo lungometraggio d'esordio caratterizzato da vicende produttive contrastanti (tra cui una causa legale nei confronti della Voltage Pictures, casa di produzione del film), e dei due personaggi principali Shemran ha sottolineato: "C'è stata una sorta di intensa irrequietezza e quasi un costante senso di urgenza nel ricreare la storia dell'Oxford English Dictionary e le vite di tutte le persone a esso associate. Ci sono numerose sequenze intrinsecamente eccitanti, dalla scena di apertura con l'inseguimento notturno attraverso i bassifondi della Londra vittoriana, a una agghiacciante che ci fa immergere in un momento di confusione e di caos che sfocia in un violento omicidio, fino alle sequenze che ci portano direttamente nella chirurgia di emergenza della fine del XIX secolo, e agli orrori delle cliniche psichiatriche, dettagliati e senza filtri. Ma il ritmo si manifesta anche nelle scene interne dell'Oxford English Dictionary. La squadra di redattori, guidata da James Murray, il personaggio di Mel Gibson (noto per le saghe Mad Max e Arma letale, ndr), è sopraffatta fino all'esasperazione dall'enorme mistero su come accedere all'inaccessibile. Anche in questo caso la telecamera ha catturato quell'energia con uno stile deliberatamente insistente, lanciando il pubblico nel bel mezzo dell'azione".
"Mantenendo lo stesso approccio degli altri elementi del film, anche l'illuminazione e il movimento della telecamera hanno un aspetto molto contemporaneo", ha continuato il regista. "Il tema del progresso si sviluppa in un'immagine ricorrente nel film: la transizione dall'oscurità alla luce. Dove la pazzia è oscurità e la sanità mentale è luce. L'ignoranza e il caos sono oscurità e la conoscenza e l'ordine sono luce. Omicidio e punizione sono oscurità e perdono e redenzione sono luce. Il film gioca su questa metafora per la sua illuminazione, così che quando i personaggi sembrano essere nei momenti più bui, vengono visualizzati visivamente solo piccoli accenni di luce. Le transizioni della storia, dagli zoom ravvicinati sulle scritte e le pagine dei libri, fino alle panoramiche sulle grandi facciate di Oxford, sono create da singole inquadrature, a volte anche da singole sequenze. Il risultato finale è un film che sembra al contempo incredibilmente intimo e straordinariamente grandioso. La pazzia, poi, ha il suo simbolo in William Chester Minor, interpretato da Sean Penn (attore ma anche regista di titoli come Into the Wild. Nelle terre selvagge)".