Regia di Metin Erksan vedi scheda film
Un imbianchino si innamora della foto di una donna e per alcuni mesi va a fissarla. La donna ritratta ritorna, lo scopre
(reperto 1: http://s2.dmcdn.net/GQiwP/x240-YzH.jpg )
e si innamora del suo amore, ma lui continua a preferile la foto. Poi cambia idea. Poi la ricambia. Poi la cambia ancora. Poi la cambia nuovamente. Lei desiste. Poi cambia idea. Lui cede. Finale melodrammatico, ma non si può dire che non se la siano cercata.
Lei mantiene costantemente la stessa espressione e la stessa cofana di capelli della foto galeotta
(reperto 2: http://2.bp.blogspot.com/-pdILEuJQiJc/UB19vJr2I2I/AAAAAAAAA_g/7nBXKJLTa6c/s1600/SevmekZamani_6.jpg
)
e passa metà film ad appoggiarsi in giro con sguardo malinconico.
(reperto 3: https://i.pinimg.com/236x/40/22/30/402230c1fdf617940c21de40a60c54df--cinema-ben.jpg )
Lui sembra un bun om piemontese e passa l’altra metà del film a fissare laghi e mari con sguardo malinconico.
(reperto 4: http://galeri3.uludagsozluk.com/181/sevmek-zamani_198230.png )
Ogni tanto, per ravvivare i toni, qualcuno si picchia, con una verosimiglianza lievemente inferiore a un bud spencer medio.
La fotografia geometrica si vorrebbe metafisica (alla De Chirico, per capirsi), coadiuvata da linee architettoniche e non solo anni ’60.
Quotatissimo ovunque, ma io propendo maggiormente per un 3/10.
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