Regia di Emilio Portes vedi scheda film
Horror messicano dal contenuto eccessivamente dispersivo. Tra Il presagio, L'esorcista e la saga pseudo biblica di The prophecy. Molto accattivante, ma anche troppo irrealistico.
Messico. Il poliziotto Emmanuel Ritter (Joaquín Cosio) subisce la perdita del figlio appena nato, ucciso in maternità da una infermiera impazzita che ha compiuto un massacro, prima di togliersi la vita. Cinque anni dopo Emmanuel si trova ad indagare su allucinanti delitti di massa, le cui vittime sono solo dei bambini. Una scuola, una piscina, un cinema: luoghi nei quali decine e decine di ragazzini trovano la morte. Ogni tragico evento è preceduto dalla comparsa di Vasilio Canetti (Tobin Bell), un prete scomunicato dalla chiesa per i suoi orientamenti ossessivi verso la demonologia. Nel frattempo Beatrìz (Yunuen Pardo) viene rapita da Vasilio, assieme al piccolo figlio Isa. Con il supporto di Ivan, un esperto di fenomeni paranormali e di psicofonia, Emmanuel si reca nella "Chiesa dei bambini", un edificio diroccato e istituito, in passato, proprio da Vasilio. Scopre così che tutto ruota attorno alla terza venuta del Messia (ritornato nei panni del piccolo Isa), ostacolata dal diavolo in persona.
Produzione messicana di ampio respiro (3.600.000 dollari) e di buon riscontro al box office (solo in Messico ad inizio 2019 ha incassato quattro volte tanto) diretta con professionalità da Emilio Portes. Belzebuth inizia come un thriller, procede nel territorio del paranormale (con sequenze di psicofonia e poltergeist), attraversa il cinema demoniaco e finisce addirittura nella possessione (vittima nientemeno che il corposo e anziano protagonista, Joaquín Cosio). Benché sia molto ben costruito e alcune scene di certo effetto (ottima e ben realizzata l'idea di un Cristo di legno, a dimensione umana, posseduto), il film eccede in eccentricità finendo per affondare in un clima pseudo religioso, al limite del fumettistico.
Convincenti tutti gli attori, con in testa Tobin Bell (celebre John Kramer, nella serie Saw), qui nell'ambiguo ruolo di spretato che ha reso l'anima a Satana e caratterizzato da un look unico: con il viso ricolmo di tattuaggi, simboli tipici della magia nera. Probabilmente pensato come pilot di una serie (data l'eccessiva lunghezza, la dispersiva trama e il finale aperto ad un sequel), Belzebuth finisce per essere un concentrato di cliché horror, più o meno male assortiti. Peccato, perchè si nota il tentativo di una cinematografia non allineata (ovvero non americana) che tenta di emergere nel difficile circuito internazionale. Riuscendoci, comunque, solo in parte, visto che nel 2019 è stato distribuito in Polonia e in Russia.
"In difesa del diavolo, va detto che abbiamo sentito una sola campana. Dio ha scritto tutti i libri." (Samuel Butler)
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