Regia di Maurizio Lucidi vedi scheda film
L’odissea di un uomo che, lasciato dalla moglie, vede sottrarsi d’improvviso il figlio ormai adolescente a cui è profondamente legato. La donna, nel frattempo, si trasferisce a Miami per risposarsi, aumentando la distanza e la frustrazione dell’uomo.
Questa Un figlio a metà è una fiction strappalacrime televisiva fino al midollo: nell’estetica abbastanza spartana e nei contenuti decisamente orientati a un pubblico distratto e poco ricettivo. La durata che sconfina le tre ore – necessaria per proporre il lavoro in duplice prima serata – complica le cose ulteriormente e non bastano a rimediare il sicuro mestiere di un artigiano come Giorgio Capitani dietro la macchina da presa e, davanti, quello di un cast in cui spicca in primo luogo il nome di Gigi Proietti (ma sono della partita anche Alessandra Casella, Andrea Giordana, Kathy Connelly, Laura Nucci, Bettina Giovannini e Carlo Valli). Perdonabile per l’età il piccolo Matteo Bellina, attore piuttosto acerbo pur avendo in curriculum già qualche esperienza sul set. Nel complesso un prodotto destinato alla fruizione immediata sul piccolo schermo e a poco altro, dati i toni blandi della sceneggiatura firmata dal regista insieme a Giorgio Mariuzzo ed Enrico Vaime – quest’ultimo, peraltro, nome che raramente si è speso per tv e cinema. Adeguatamente retoriche le musiche di Franco Micalizzi e Claudio Mattone. Il buon successo di pubblico porterà alla realizzazione di Un figlio a metà – Un anno dopo, in verità due anni dopo, vale a dire nel 1994. 3/10.
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