Regia di William Dieterle vedi scheda film
Vagamente ispirato a 'Cyrano de Bergerac', 'Love Letters' - 'Gli amanti del sogno' non c'entra proprio nulla con il film - sarebbe stato un soggetto ideale per Alfred Hitchcock: una storia ammantata di mistero, una donna che tutti gli indizi fanno sembrare la colpevole di un efferato omicidio e l'ambientazione rurale che ben si presta a sfondo di questo tipo di storie.
Ma la pellicola è diretta dal pur bravo (in altre occasioni) William Dieterle che dà sempre l'impressione, man mano che il film sviluppa la sua trama, di non credere al progetto: gran parte delle scene non convincono, il ritmo è troppo dilatato e, per giunta, la musica scelta invece che creare tensione, la allenta.
Così, anche se la durata è contenuta - un'ora e mezza circa - ci sono vari momenti di stallo fino alla sequenza chiarificatrice che, contrariamente al resto, è riuscita e rimane nella memoria così come le prove degli attori principali.
Joseph Cotten è bravo e credibile nel ruolo di Allen Quinton, colui che indaga sul passato della misteriosa e inafferabile Singleton, donna al centro dell'intrigo interpretata da Jennifer Jones, il cui ruolo è però di maggior rilievo rispetto al partner maschile, tanto da farle meritare un candidatura all'Oscar come attrice protagonista.
L'unico rammarico è il doppiaggio di Lydia Simoneschi, la cui cinguettante dizione la fa sembrare un'adolescente, chiaramente in contrasto con le fattezze e l'età dell'attrice, all'epoca ventiseienne.
Un'altra grande interpretazione - per bravura e importanza nella trama - è quella di Gladys Cooper nei panni della madre adottiva della donna: due o tre sequenze in tutto ma che lasciano il segno.
Voto: 6,5.
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