Regia di William Dieterle vedi scheda film
Dal fronte italiano, Allen scrive lettere d’amore per conto del commilitone Roger a una certa Victoria e finisce per innamorarsene pur senza averla mai vista; poi Roger torna in Inghilterra per una licenza, sposa Victoria ma muore tragicamente poco dopo; quando Allen cerca di rintracciare la donna, il cui pensiero ormai lo ossessiona, gli dicono che è morta anche lei. Prima mezz’ora bellissima, avvincente, avvolta in un’aura misteriosa; poi però vengono fornite tutte insieme le spiegazioni del caso: cosicché, quando Joseph Cotten incontra Jennifer Jones che ha perso la memoria, non resta più molto da indovinare e non ci aspettano altre sorprese fino al piccolo colpo di scena finale. Può essere considerato una versione alternativa della storia di Cirano nella quale Rossana, dopo il matrimonio con Cristiano, scopre che non è lui l’uomo che le scriveva le lettere (Love letters, con maggiore pertinenza, è appunto il titolo originale); ricorda un po’ certe atmosfere di Hitchcock e Lang (che però hanno fatto di meglio, rispettivamente con Il sospetto e Dietro la porta chiusa); a volerne riassumere il soggetto in una frase, è il racconto dell'amore paradossale fra un uomo che non può dimenticare e una donna che non può ricordare: in tal senso anticipa un altro film di Dieterle con la stessa coppia di protagonisti, Ritratto di Jennie. Certo, l’improbabile concatenazione dei fatti richiede una sospensione dell’incredulità superiore alla media; e tuttavia, come scrive Aristotele nella Poetica, è verosimile che accadano anche molte cose inverosimili.
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