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Decameron proibitissimo. Boccaccio mio statte zitto

Regia di Franco Martinelli vedi scheda film

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La recensione su Decameron proibitissimo. Boccaccio mio statte zitto

di undying
5 stelle

Esemplare decamerotico nella perfetta media del genere. Suddiviso in sei episodi e memorabile per l'indimenticabile segmento interpretato da Riccardo Garrone.

 

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Un gruppo di pellegrini, diretto a Firenze, a causa della peste sosta in un palazzo signorile all'interno del quale, per passatempo, qualcuno racconta storie di corna.

 

Primo episodio (**1/2)

Frà Pasquale (Pupo De Luca) ha letteralmente perso la testa per la bella Piccarda (Krista Nell) e tenta in tutti i modi di giacere con lei arrivando addirittura al ricatto: sesso, in cambio di una intercessione su un'autorizzazione indispensabile per lavorare, che serve ai fratelli di Piccarda. Saranno proprio questi ultimi ad imbastire una giusta vendetta ai danni del disonesto frate ...

 

Secondo episodio (***1/2)

Guidobaldo (Riccardo Garrone) viene a conoscenza del responso di una zingara fatto alla bella moglie: chi si accoppia con lei verrà colto dalla morte. Impaurito dal verdetto induce il giovane Rufolo (Franco Agostini) tra le braccia della consorte.

 

Terzo episodio (**1/2)

Fra Domenico (Antonio Cantafora) ospita nel convento la bella Martina (Marzia Damon). Viene sorpreso dal priore (Galliano Sbarra) che lo caccia per approfittare anche lui della formosa  ragazza.

 

Quarto episodio (*1/2)

Brunetta (Bruna Beani) è stata segregata in casa dal geloso marito Gervaso  (Enzo Andronico). Avendo rimosso un mattone dalla parete scopre che di fianco vive un bel ragazzo, e spesso lo vede nudo. Trova il sistema di lasciare fuori di casa il marito per gettarsi tra le braccia del giovane.

 

Quinto episodio (**)

Giannotto (Renato Cecilia) trascura le moglie per lavoro. Un bel giorno la donna -sola in casa- trova sotto alla finestra Rinaldo (Ennio Girolami), bagnato dalla pioggia e completamente nudo perché derubato dai briganti, che gli hanno letteralmente preso anche le mutande.

 

Sesto episodio (**)

Il barone Agilulfo (Gianny Musi) è sposato con Elena (Malisa Longo), donna bellissima che è entrata nelle mira di un servo. Lo spasimante, scoperte le abitudini di "letto" della coppia, riesce a giacere una intera notte con la donna, pure di fronte alla fantesca  (Carla Mancini).

 

locandina

Decameron proibitissimo. Boccaccio mio statte zitto (1972): locandina

 

Girato nel pieno della stagione decamerotica, il film (sceneggiato da Mario Amendola, zio del più celebre attore/doppiatore Ferruccio) è diretto con scaltrezza da Marino Girolami, autore dalla nutrita (e curiosa) filmografia. Il collante (deboluccio) tra i vari episodi è dato dal ritrovo in un palazzo signorile (per fuggire alla peste) nel quale un copioso gruppo di convenuti si racconta episodi di tipo boccaccesco. Da segnalare l'eccellente performance grottesca di Riccardo Garrone (nel simpatico ruolo del blasonato conte Guidobaldo) e la presenza di un (allora) sconosciuto Maurizio Merli che compare fugacemente (meno di 10 secondi) nel quinto episodio: è l'amico di Ennio Girolami e subisce l'aggressione dei briganti.

 

scena

Decameron proibitissimo. Boccaccio mio statte zitto (1972): scena

 

Gli episodi non hanno titolo ma due, in particolare, si erano già visti nel film di Italo Alfaro, L'ultimo decameron - Le più belle donne del boccaccio: il quarto episodio, quello con la moglie chiusa a chiave, là si intitola Il geloso (al posto di Enzo Andronico c'è Enzo Robutti); mentre il terzo,  quello con il priore in convento che approfitta della situazione nel film di Alfaro si intitola Il monaco con Angela Covello al posto della Damon.

 

scena

Decameron proibitissimo. Boccaccio mio statte zitto (1972): scena

 

Curiosità

In questo film è presente una sfortunata attrice: Doris Kristanel (Krista Nell), mancata per leucemia in giovane età a soli 29 anni il 19 giugno del 1975.  La Nell è stata compagna dell'attore Ettore Manni che, dopo la sua scomparsa, non si è mai più ripreso arrivando (il 27 luglio del 1979) a togliersi la vita.

(FONTE: Le dive nude / Gordiani Lupi / Profondo rosso edizioni)

 

scena

Decameron proibitissimo. Boccaccio mio statte zitto (1972): scena

 

Curiosità 2

Quasi certo che il sottotitolo Boccaccio mio statte zitto... sia da imputare al classico modo di dire di Raffaele Pisu con il suo pupazzo Provolino presente nella trasmissione televisiva Che domenica amici (il tormentone a cui il film di Girolami fa il verso era appunto: "Boccaccia mia statti zitta!).

 

scena

Decameron proibitissimo. Boccaccio mio statte zitto (1972): scena

 

Stranamente, per quanto questo sia un decamerotico di certa cura nella realizzazione, non è presente una edizione home video del film. Ne circola una versione televisiva  (trasmessa da Mediaset) di buona qualità video (ma in formato 4:3) che si ferma ad 87'17".

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