Regia di Lukas Feigelfeld vedi scheda film
Hagazussa in alcuni elementi può essere legato a The Witch. Infatti ne condivide il contesto e una certa propensione per il folklore legato a tradizioni pagane. E' un film estremamente rigoroso, quasi austero nella sua messa in scena, caratterizzata da un accentuato minimalismo che pone la protagonista al centro della storia dominata da una natura che sovrasta il paesaggio, evidenziandone la vita dura della montagna nel XV secolo ed inoltre le condizioni di estrema solitudine della sua vita, madre di una neonata di padre ignoto, isolata dal villaggio e addittata, come anni indietro insieme alla madre, come una strega.
Una condizione esistenziale che non trova alcuno sbocco nè da parte dell'autorità religiosa ed ingannata da un'altra donna che si presenta come sua amica, conquistandone la fiducia. I dialoghi sono scarni e gradualmente perdono peso per un viaggio all'interno della foliia della donna che diventa suo malgrado una strega vendicatrice la cui sete di vendetta si abbatte sul villaggio e compiendo atti abominevoli. L'ultimo terzo del film è un vero e proprio viaggio allucinato all'interno della pazzia della donna.
Un film dal ritmo molto lento ma carico di suggestioni che rimandano al cinema espressionista del periodo muto. La Gwen poi offre una prova straordinaria per fisicità ed espressività del suo volto. Un film d'esordio difficile, che poco concede al pubblico, ma allo stesso tempo un lavoro davvero ben eseguito dal punto di vista tecnico. La fotografia del paesaggio, la cupezza dei boschi, nonchè la buona ricostruzione scenografica fanno ben sperare per questo regista esordiente.
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