Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film
VOTO 7+ RIASSUNTIVO Bigino della poetica di Mankiewicz. In questo People will talk ci sono tutte le variabili del pensiero del grande autore polacco-statunitense, assemblate ad arte nel suo stile verboso ed avvolgente. Traccie di mèlo con sentenze morali costituiscono l'ossatura di questo titolo centrale nella produzione del regista, incastonato fra Eva contro Eva (1950) e Missione Cicero (1952) e simbolico della maturità autoriale e realizzativa nei 50. Un film molto personale e sentito (forse troppo) tanto da caricare eccessivamente i personaggi positivi chiave e delineare i caratteri negativi dell'opera un po' troppo prevedibilmente. Così Grant ha a disposizione una delle sue classiche parti da mattatore/istrione (indimenticabile con i trenini) senza mai stonare con gli altri attori meno titolati ma utilissimi alla resa della pellicola, Deborah/Jeanne Craine, Shunderson/Finlay Currie su tutti. Insomma un inno all'intelligenza più libera e indipendente sempre ostacolata dall'oscurantismo celato dietro l'invidia e la mediocrità, con un finale in crescendo sinfonico difficile da scordare.
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