Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
Un classico, a tutti i diritti. Un Totò irresistibile, macchietta al 100% della forma, che trascina una pellicola altrimenti piuttosto sciatta e dozzinale, riempiendo la scena con i suoi tic, i suoi modi di dire e le movenze buffe. Certo, il film non è un capolavoro della storia del cinema, ma fa sorridere (e a tratti ancora ridere, attuale nonostante i sessant'anni che lo separano da chi scrive) e questo era chiaramente l'unico obiettivo prefissato da Bragaglia.
Il bandito Pepè le Mokò è stato ucciso: i suoi complici lo sostituiscono con un presunto parente napoletano, un musicante di strada che si chiama Totò Lumaconi. Totò crede di dirigere una banda musicale, ma la banda è di veri delinquenti; appena capisce l'equivoco tenta la fuga, ma un filtro magico lo rende coraggioso e spavaldo. La casbah è ora ai suoi piedi.
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