Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
E' un film sgradevole e duro, anche se per me nei limiti della sopportabilità. Del resto Robert Aldrich non è mai stato il regista dei film dolci e gradevoli. E' un'opera che per molti versi ricorda Viale del Tramonto di Wilder: del regista viennese ha infatti la dura critica al divismo di Hollywood, con la rappresentazione del triste destino che spetta a molte stelle del cinema. In Wilder tuttavia non c'è ombra di sgradevolezza. Poi Aldrich ci mette del suo, specie nella rappresentazione del sadismo di Bette Davis, ma anche direi nella crudeltà nascosta della Crawford. Il boccone più amaro lo si alla fine, quando al Crawford si confida con la sorella. Il film critica poi duramente e giustamente il fenomeno dei bambini prodigio, dove genitori ambiziosi e senza buon senso usano i propri figli per le proprie soddisfazioni personali e - si illudono - per il bene di questi ultimi. Ne escono dei bambini viziatissimi e insopportabili, che da adulti diventeranno un male per sé e per chi gli sta a attorno. Si vede pure come l'invidia per il successo possa avvelenare e divorare una persona per la vita intera, spingendola fino alle azioni più turpi. L'invidia è infatti un veleno mortale, nonostante oggi molti psicologi si affannino a dimostrare che essa sia un sano senso di competizione. La vita delle due sorelle è stata infatti un'esplosiva mistura di invidia, odio, rancore, sensi di colpa più o meno al posto giusto, ripicche, che non potevano che portare alle pazzia e alla morte. Se il successo diventa un idolo e una droga, non può che portare alla follia. Le due dive se la cavano ottimamente; devo qui aggiungere che nessun'attrice è diventata più brutta invecchiando come Bette Davis, che pure da giovane era stata bella. Deve essere proprio stata la sua vita tempestosa e sregolata a renderla così. Qui, specie quando si guarda allo specchio amareggiata e sconsolata, è proprio una brutta vecchia. Sgradevole è anche il duetto di personaggi della mamma e del figlio: lei possessiva, grassa e piccola, gelosa del figlio, iperprotettiva; lui ciccione, mammone, vile, ipocrita, e direi anche sciocco. Mi pare che l'attore avrebbe lavorato molto con Richard Lester. L'unico personaggio positivo del film è la domestica nera. La regia di Aldrich è ottima. Se il film fosse stato un po' meno crudo e tagliente, sarebbe stato un capolavoro.
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