Regia di Robert Aldrich vedi scheda film
Due sorelle: una, Jane, era una bambina prodigio insopportabilmente viziata; l’altra, Blanche (che, vediamo nel flashback iniziale, assisteva ai successi dell’altra covando un sordo rancore), da adulta è diventata una brava attrice, fino a che un incidente le ha troncato la carriera. Adesso, da anziane, dividono la stessa casa e sono due ruderi umani: Jane tiranneggia Blanche, ma in realtà entrambe vivono in un inferno formato dai ricordi del passato e dall’odio reciproco. Rispetto a Viale del tramonto, forse manca un discorso generale su Hollywood; viene però ripreso benissimo il clima spettrale e inquietante, che fa da sfondo al declino delle protagoniste. La Davis e la Crawford, notoriamente, si guardavano storto e la cosa ha sicuramente contribuito alla riuscita del film; da applaudire il coraggio con cui le due dive hanno accettato di mettere in scena sé stesse. Per Aldrich rappresenta il prototipo dei successivi giochi al massacro femminili, Piano... piano, dolce Carlotta e L’assassinio di Sister George. Il titolo, poi, ha avuto una fortuna a parte: dalla parodia Che fine ha fatto Totò Baby? a Che fine ha fatto Rosemary’s baby? (sequel televisivo del film di Polanski).
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