Regia di Roland Emmerich vedi scheda film
Una razza di alieni parassiti decide di sterminare i terrestri per sfruttare le risorse del pianeta. Ma per fortuna ci sono gli statunitensi!
Avete presente quando andavate al luna park e tutto era molto urlato, frenetico, grossolano nei dettagli, genuinamente tamarro e sostanzialmente privo di senso, tutto orientato sul farvi salire l'adrenalina, ma che alla fine vi lasciava con una leggera nausea? Ecco.
Roland Emmerich non è mai stato un regista particolarmente raffinato, ma qui sbraca su tutta la linea: la trama è ricolma di buchi come manco un formaggio svizzero (per dire, per salvarsi da una valanga di fuoco atomico che sta radendo al suolo una città, il modo più efficace è mettersi dietro a un muro), con raccordi pressapochisti e una soluzione finale che è la versione 2.0 di quella della guerra dei mondi (si potrebbe pensare a un omaggio, ma propenderei di più per una scorciatoia); la CGI è spinta come mai prima, tra passaggi ripresi pari pari dagli scontri di navicelle di Star Wars e attori che recitano su sfondali in technicolor sovraccarico; i personaggi sno bidimensionali, connotati da una discreta omofobia (il capo omosessuale di Jeff Goldblum - che a sorpresa fa lo scienziato - è francamente irricevibile) e recitati con grande pressapochismo (l'altamente improbabile presidente degli Stati Uniti è interpretato da un Bill Pullman ai minimi storici, che mantiene la stessa immutata in-espressione, anche quando gli si presenta di fronte un alieno o gli comunicano la morte della moglie); una colonna sonora bandistica ossessiva, che durante le scene di combattimento se ne va avanti completamente per i fatti suoi in sottofondo alle infinite esplosioni.
Ovviamente fu un enorme successo al botteghino e si annovera tra i capostipiti del disaster movie contemporaneo nonché del dominio dell'uso del digitale nei film. Decidete voi se conteggiare questi fattori come meriti oppure no.
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