Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Rovazzi è se stesso. Film senza infamia e senza lode. Ma mi aspetto qualcosa di più, dopo questo debutto, che comunque fa divertire onestamente senza ricorrere alla volgarità.
Quando un onesto e umile, finanche ingenuo, giovane milanese cerca lavoro nella metropoli lombarda, iniziano le peripezie di Fabio-o. Con doppia o-o finale. Il mondo del lavoro è arido e cinico. Se non addirittura disonesto e se ne approfitta di Fabio-o. Disilluso ma sempre pronto ad impegnarsi per dimostrare il suo desiderio di lavorare, il neo laureato in scienze della comunicazione Rovazzi si barcamena tra volantini, campi di pomodori, e animali della fattoria. Il tutto in un contesto di vicende personali travagliate in cui si dibatte con goffaggine, sottolineate da battute pseudo-filosofiche con voce fuori campo. Il viso pulito da bravo ragazzo è coerente con il personaggio. L'assenza di grevi battute, doppi sensi a carattere sessuale e nessuna scena erotica, nemmeno un bacio, forse lo rendono poco appetibile al pubblico abituato a Checco Zalone. Ma il regista è lo stesso di Quo vado? perciò, nella sceneggiatura e nel montaggio, si sente molto la mano di Gennaro Nunziante. Si ha la sensazione di qualcosa di già visto. Essendo tuttavia un prodotto sponsorizzato Disney , molto politically correct. Una favola dalla morale un po' troppo banalizzata sull'impegno e l'onestà. Rovazzi è poco espressivo, gli manca la stoffa dell'attore. E questo esordio, gli concediamo il beneficio, potrebbe o rivelarsi la sua tomba o preludere a qualcosa di più impegnato in futuro. Due stelle e mezza sulla fiducia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta