Trama
Atari Kobayashi è una guardia di dodici anni che vive a Megasaki City, città giapponese di cui è sindaco Kobayashi. Quando, con un decreto esecutivo, tutti i cani domestici vengono esiliati in un'enorme isola adibita ai rifiuti, Atari si allontana da solo alla ricerca del suo cane Spot. Con l'aiuto di nuovi amici, inizierà un epico viaggio che deciderà il destino e il futuro dell'intera Prefettura.
Approfondimento
L'ISOLA DEI CANI: UN OMAGGIO AD AKIRA KUROSAWA
Diretto e sceneggiato da Wes Anderson a partire da una storia scritta da lui stesso con Roman Coppola, Jason Schwartzman e Kunichi Nomura, L'isola dei cani racconta in stop motion la storia del dodicenne Atari e della sua lotta contro la decisione che vuole tutti i cani di Megasaki, la sua città, esiliati in una vasta discarica. Tutto ha inizio nell'arcipelago giapponese in un meglio imprecisato futuro (tra vent'anni nel futuro, indica la sceneggiatura) quando la presenza di cani ha raggiunto proporzioni epidemiche e un focolaio di influenza canina minaccia la stessa specie umana. Il sindaco Kobayashi della prefettura di Uni chiede allora un provvedimento che in fretta e furia metta in quarantena gli animali, chiedendo che i cani di tutte le razze, sia randagi sia domestici, vengano espulsi dalla sua città e isolati da qualche parte. Con un decreto ufficiale, una discarica viene quindi trasformata in una colonia per cani esuli, in un'isola in cui possono vivere contenuti. Sei mesi dopo, un minuscolo aeroplano si schianta nell'isola dei cani e un branco di cinque cani scopre al suo interno un pilota dodicenne: si tratta di Atari, un orfano-guardia del sindaco Kobayashi arrivato fin lì per mettersi sulle tracce di Spots, il suo amato cane. Così facendo, Atari avrà modo di scoprire una cospirazione che minaccia di annientare per sempre tutti i cani di Megasaki.
Con la direzione della fotografia di Tristan Oliver, le scenografie di Adam Stockhausen e Paul Harrod, e le musiche originali di Alexandre Desplat, L'isola dei cani è il secondo lungometraggio in stop motion realizzato da Anderson. Coniugando umorismo, amicizia, azione e preoccupazione per il futuro, Anderson rende omaggio con la vicenda raccontata alla portata epica e alla bellezza del cinema giapponese, alla nobile lealtà della compagnia canina, e all'eroismo di un piccolo protagonista che, con la sua lotta contro l'intolleranza, sottolinea quanto importante possa essere il legame tra esseri umani e animali. Per Anderson, L'isola dei cani deve molto alla narrativa di Akira Kurosawa, come egli stesso dichiara: "Kurosawa con la sparuta squadra di collaboratori si concentrava molto sulle storie da raccontare e sulle sue sceneggiatura. Il suo metodo di lavoro era abbastanza comune anche nel cinema italiano, in cui in fase di sceneggiatura nulla veniva lasciata al caso. Nello scrivere L'isola dei cani siamo stati attenti a ogni dettaglio. Nella creazione quasi onirica della città di Megasaki, dell'isola-discarica e di alcuni personaggi - sia umani sia animali - disadattati ma pieni di speranza nulla è lasciato al caso. Volevamo qualcosa di futuristico, un branco di cani alpha che fossero tutti leader e una terra fatta di sola spazzatura. La vicenda che ne è derivata è ambientata in Giappone per via dell'amore che nutro per il cinema giapponese: non è difficile intravedere in L'isola dei cani echi di Ozu, Kurosawa o Suzuki, o dei mostri che imperversavano nelle pellicole degli anni Cinquanta e Sessanta. Ovviamente, Kurosawa è stato il riferimento principale: è stato l'autore che più di ogni altro si è espresso con grazia in generi tra loro molto differenti, dal noir al melodramma. Fondamentali sono stati L'angelo ubriaco, Cane randagio, Anatomia di un rapimento e I cattivi dormono in pace, titoli accomunati dal fatto che si svolgono su sfondi di criminalità e corruzione in cui è possibile trovare personaggi pregni di onestà e umanità e che hanno per protagonista Toshiro Mifune, la cui espressione ha ispirato l'aspetto del sindaco Kobayashi. Oltre al cinema giapponese, L'isola dei cani deve molto anche a due maestri della stampa su legno del XIX secolo: Hiroshige e Hokusai, la cui enfasi sul colore e sulle linee influenzò profondamente gli impressionisti europei. Le loro opere ukyio-e rappresentanti aspetti folkloristici del Giappone sono state fondamentali nella creazione di mondi e paesaggi a noi lontani".
Il cast
A dirigere L'isola dei cani è Wes Anderson, regista, sceneggiatore e produttore statunitense. Nato a Houston, nel Texas, nel 1969 da un'archeologa e un pubblicitario, Anderson ha vissuto da bambino il trauma del divorzio dei genitori, esperienza che si è portata dietro negli anni e che ha spesso riversato nei suoi… Vedi tutto
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- Orso d'argento miglior regia a Wes Anderson al Festival di Berlino 2018
Commenti (8) vedi tutti
Favola allogorica creata in stop-motion dal regista di Fantastic Mr. Fox che con la consueta leggerezza riesce a trattare temi complessi e difficili rielaborandoli attraverso una semplicità soltanto apparente ma, in realtà, elaboratissima. E dove è sempre l'aspetto più umano a prevalere.
leggi la recensione completa di YellowBastardUn ottimo film d'animazione meravigliosamente fuori dagli schemi, in cui W. Anderson riflette sul tasso di umanità degli uomini e degli animali, dimostrandosi inoltre un regista politicamente impegnato e consapevole. I pochi momenti morti sono parzialmente risollevati dal fascino della stop-motion. Dialoghi e personaggi irresistibili. Voto 8+
commento di rickdeckardUn film piacevole e molto intelligente, imperdibile per i fan di Anderson.
leggi la recensione completa di tobanistutto è geniale in questo film fuori dagli schemi: l'animazione, la regia, la scrittura, la musica...se solo fosse stato un pochino meno di testa e un po' più di pancia il regista texano avrebbe probabilmente al meglio omaggiato gli autori, Kurosawa e Miyazaki in testa, a cui si è dichiaratamente ispirato. sfiorato il capolavoro.
commento di giovenostaVisto stasera in una rassegna di film e filosofia,alla fine il relatore cita su immagini,oltre Kurosawa e l'arte pittorica giapponese, anche filososi come Bauman,Nietzsche,Horkheimer o Jeremy Bentham e il suo Panopticon. Da wikipedia apprendo che il corpo di Bentham,deceduto nel 1832,è ben visibile,imbalsato,all'University College di Londra.
commento di blualberto1966Politica, Società e cani. Il film di Wes Anderson impressiona per la maturità dei temi trattati e per il contesto distopico e spiazzante in cui si svolge la storia. Eppure il film non è mai pesante. Una geniale ironia e la presenza dei protaginisti canini suscitano un'insieme di emozioni e riflessioni tali da lasciare lo spettatore strabiliato.
commento di HaloahaloaNon si prova la stessa delizia di altri film di Anderson, e alla fine si sente che è mancato qualcosa. Chissà, turba l'imperio giapponese sui cani prima più scontrosi che ribelli, poi più resi docili e, diciamolo, conformisti. O sarà che a me piacciano (forse più) i gatti..
commento di filobusIntelligente film d'animazione d'autore.
leggi la recensione completa di Carlo Ceruti