Ethan è un giovane designer, timido e piuttosto riservato che da anni è afflitto da insonnia a causa di terribili incubi. Decide di andare in terapia per risolvere il suo problema pensando di avere disturbi della personalità, ma sarà grazie all'aiuto del suo migliore amico e di una medium che affronterà il lungo viaggio che lo condurrà alla consapevolezza che i suoi incubi nascondono qualcosa di molto più oscuro di quanto potesse immaginare.
Il regista gioca a imitare nello stile della sceneggiature Tiziano Sclavi e Dylan Dog, dove tutto è permesso, concesso negato e riposizionato, con paradossi e assurdità a iosa. tutto per spiazzare lo spettatore. L'opera non è ancora matura e alcuni ingredienti approssimativi, ma il talento e lo stile c'è e si percepisce.
Dopo aver diretto diversi corti, tra i quali due dedicati a Dylan Dog (L'inizio e Il trillo del Diavolo), D'Antona si getta in pieno nel genere (interpreta, produce, scrive e dirige) supportato dalla brava Annamaria Lorusso. Ne esce un horror un po' troppo contorto e fortemente in debito con lo stile orientale ma pregevolmente diretto.
Ethan (Roberto D'Antona) è un ragazzo problematico: ha perso il padre in giovane età e la madre si è rifatta una vita lontano, in Spagna. Timido ed introverso, divide il tempo tra il lavoro come web designer nello studio con l'amico e collega Andrea (Francesco Emulo) e l'affetto sincero della barista Alice (Kateryna Korchynska). La routine quotidiana… leggi tutto
Il cinema horror italiano, considerato un po' ovunque avviato da Riccardo Freda (ma con enorme contributo di Mario Bava) quando realizza I vampiri (1957), contempla i suoi migliori esemplari nel filone "gotico"…
Ethan (Roberto D'Antona) è un ragazzo problematico: ha perso il padre in giovane età e la madre si è rifatta una vita lontano, in Spagna. Timido ed introverso, divide il tempo tra il lavoro come web designer nello studio con l'amico e collega Andrea (Francesco Emulo) e l'affetto sincero della barista Alice (Kateryna Korchynska). La routine quotidiana…
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Commenti (3) vedi tutti
Il vomito assoluto, D'Antona dovrebbe trovarsi un altro mestiere. Un vero schifo e non capisco come si possa produrre una mioseria del genere. Voto 0
commento di interista75Il regista gioca a imitare nello stile della sceneggiature Tiziano Sclavi e Dylan Dog, dove tutto è permesso, concesso negato e riposizionato, con paradossi e assurdità a iosa. tutto per spiazzare lo spettatore. L'opera non è ancora matura e alcuni ingredienti approssimativi, ma il talento e lo stile c'è e si percepisce.
commento di MaciknightDopo aver diretto diversi corti, tra i quali due dedicati a Dylan Dog (L'inizio e Il trillo del Diavolo), D'Antona si getta in pieno nel genere (interpreta, produce, scrive e dirige) supportato dalla brava Annamaria Lorusso. Ne esce un horror un po' troppo contorto e fortemente in debito con lo stile orientale ma pregevolmente diretto.
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