Regia di Wilma Labate vedi scheda film
Guardie e ladri dei 'giorni nostri', nell'Italia dei primi anni '80: terroristi contro Stato e viceversa. C'è una riflessione non banale dietro questo film all'apparenza semplice, dalla trama lineare e non eccessivamente sviluppata, fatta di una situazione di fondo molto forte (la convivenza-scontro fra carabiniere e detenuto) e di pochi personaggi. C'è un discorso pesantissimo ed acuto che si muove dall'Italia di quegli anni per fare il punto sul concetto di tolleranza reciproca fra idee, ideologie, fedi. Fra i risultati dell'operazione, si scopre che le due 'missioni' messe a confronto - sia pure lontanissime l'una dall'altra - non sono però così antitetiche come si vorrebbe presupporre. Bravo Amendola, ma anche meglio Orlando. Purtroppo spesso il film, vuoi per la poca materia della storia, vuoi per il risalto dato ai dialoghi ed alle difese delle reciproche posizioni, risulta un po' lento.
Un terrorista in permesso premio viene trasferito dalla Sicilia a San Vittore, a Milano, dove potrà vedere la sua donna. Durante il viaggio il carabiniere che lo scorta ha modo di conoscere le ragioni del carcerato e di fargli capire le proprie. Tenta anche di fargli fare dei nomi, ma invano.
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