Regia di Patrick Brice vedi scheda film
Thriller/horror molto essenziale. Attori bravi. Il film si dimentica presto
Sara è una studentessa del college, ma anche aspirante regista e ideatrice di una serie web di scarsissimo successo per YouTube, dal titolo Encounters, in cui incontra persone conosciute su Craigslist rispondendo agli annunci più bizzarri trovati sui giornali o online, per intervistare chi si nasconde dietro certe curiose richieste. C’è il quarantenne che vuole essere trattato come un neonato, o il vecchio solo che vuole un po’ di compagnia. Tuttavia le visualizzazioni su YouTube sono poche e la ragazza, sta per rinunciare quando arriva un’insolita richiesta: un tale Aron che le offre ben mille dollari, affinché lei documenti la sua quotidianità. Sara accetta e si reca nella baita dell'uomo, isolata nei boschi, dove questi con molta “nonchalance” le rivela dai primi istanti la sua identità assassina, le mostra il video dell’omicidio del vero Aaron del quale si è attribuito il nome, ammette dunque di essere un serial killer tuttora in attività. La videomaker nonostante qualche reticenza, impavida decide di restare. Il serial killer che conosce già chi ha visto il primo film, ha appena compiuto 40 anni, si è fatto crescere una barba hipster con una macchia di alopecia e codino, ha girato una clip per ogni omicidio, è stanco di uccidere e vorrebbe fare qualcosa di diverso, come un documentario/intervista. Gioca come detto, a carte scoperte fin da subito, lasciando il pallino in mano a Sara, lei per quanto scettica, è eccitata dall’esperienza, documentare questa confessione potrebbe essere lo scoop che sta cercando, anche se constata quanto sia surreale la situazione, mentre parla direttamente alla telecamera, esternando le sue legittime preoccupazioni, ma decidendo in definitiva di continuare a filmare :quella storia, sempre che lei sopravviva, potrebbe diventare l’episodio di Encounters più sensazionale di sempre. Cosi parla con l’assassino, instaura un rapporto amichevole, quasi una complice amicizia, finché la situazione precipita e non diciamo altro per evitare spoiler. Girato in POV e in tempo praticamente reale, senza stacchi e quasi interamente improvvisato su uno script ridotto all’osso. La tecnica del Found footage largamente abusata negli horror di ultima generazione, qui calza a pennello, l’attore Duplass è abile nel tipizzare un carattere grottesco, ma anche incredibilmente genuino e accattivante. Le storie che Aaron racconta potrebbero sembrare forzate e inverosimili, ma possiedono un sottile tratto di credibilità e le sue parole appaiono autentiche, mentre racconta del suo hobby letale, sconcertante ma credibili. Il comportamento possiede un sinistro fascino, un’innocenza onesta e terribile. Le sue azioni sono strampalate e non anticipabili, visto che un minuto prima sembra essere un confidente e amico e quello dopo è pronto a piantarti un’ascia nel cranio. Di fatto il film si regge unicamente su queste schermaglie e per quanto i due attori siano bravi, è francamente troppo poco.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta