Regia di Lee An-kyu vedi scheda film
A Special Lady è un film sudcoreano del 2017 diretto da Lee An-gyu. L'opera ha vinto il premio Focus Asia Award alla 50° Edizione del Sitges International Fantastic Film Festival inoltre è stata presentata al Far East Film Festival del 2018.
Sinossi: L’affascinante e determinata Na Hyung-jung (Kim Hye-soo) è la segretaria di fiducia del misterioso Mr. Kim, boss di una nota organizzazione criminale dedita al ricatto e rapimento oltre ad essere immischiata nell’attività politica del paese.
I due soggetti sono ormai stanchi di questa e vorrebbero entrambi andare in pensione tuttavia dovranno fare i conti sia con un loro affiliato, lo spregiudicato Im Sang-hoon (Lee Sun-kyun), sia con un procuratore distrettuale che ha imparato e bene come “giocano” i gangster…
A Special Lady segna l’esordio dietro la machina da presa di Lee An-gyu, classe 1977 che ormai da diversi anni svolge le più disparate mansioni cinematografie dal segretario di edizione, passando alla scenografia fino all’aiuto regista; nel mentre è diventato un fido collaboratore di uno dei massimi autori del cinema coreano contemporaneo ossia Kim Jee-woon (ha lavorato in ben 6 dei suoi film), dunque l’esperienza non gli manca di certo tuttavia considerando il suo background poteva osare di più (nella messa in scena) e lo vedremo a breve.
A Special Lady è un neo-noir elegante ed atmosferico che punta dritto verso una direzione ben nota al cinema coreano; fin dalle prime sequenze infatti si evince la volontà del regista di omaggiare o quantomeno riproporre una serie di stilemi ormai caratteristici in Corea a partire dalle sempre presente critica sociale, specialmente quando si parla di politici ed industriali facoltosi sempre immischiati in affari illeciti. L’autore successivamente si inserisce intelligentemente in un filone attualmente molto amato in Asia, ovvero l’action al femminile (cito due capisaldi moderni quali L'assassina di Jung byung-gil e BuyBust Erik Matti) puntando molto sulla fascinosa e talentuosa Kim Hye-soo.
Il film propone in partenza un incipit assai intrigante ambientato in un hotel di lusso che in realtà si rivela essere un bordello destinato a uomini facoltosi, i quali a loro insaputa vengono filmati per poi essere ricattati; l’attività appartiene all’enigmatico misterioso Mr.Kim.
La sequenza è davvero riuscita e colpisce il modus operandi con viene gestita questa particolare struttura; ad ogni ospite inizialmente viene riservato un trattamento esclusivo e di gran classe ma l’inganno è dietro l’angolo, pronto a causare danni irreparabili.
Lee An-gyu attorno alla struttura da neo-noir, immette una serie di costanti sulla carta interessanti senza però svilupparli bene dal topos del tradimento (troppo scontato) alla maternità sottaciuta (solo accennata), al contrario ben gestita la storia d’amore mai totalmente sbocciata fra due personaggi, relazione disperata che porterà all’autodistruzione di uno dei soggetti.
Valida la regia dove si segnala una stratagemma particolare: il regista talvolta in scene davvero efferate inserisce un fuori campo d’impronta facendoci così percepire il gesto efferato senza però mostralo. Azzeccato anche l’utilizzo della macchina a mano, usata diligentemente con l’intento di enfatizzare la frustrazione di alcuni personaggi
Dignitose le scene action; il pre-finale distinto da rallenty e long take con la protagonista che sgozza nemici armata di forbici è una scena apprezzabile tuttavia nel complesso le restanti “mazzate” risultano un po’ troppo standard (coreografie non molto articolate) e da un regista che ha condiviso svariate volte il set molto con Kim Jee-woon ci sia spettava maggiore audacia.
Infine breve riflessione Lee Sun-kyun attore sulla cresta dell’onda, richiestissimo dai grandi del cinema coreano, in grado di interpretare i più svariati personaggi passando con nonchalance dal ricco borghese con la puzza sotto il naso al terribile criminale sempre pronto a sporcarsi le mani fino al poliziotto corrotto ma fedele ad una propria morale.
Attore ormai noto anche dalle nostre parti; molti di voi lo hanno da poco visto in Parasite (lui è il signor Park) oppure su Netflix nelle vesti del poliziotto rude in Jo Pil-ho dell’enfant prodige Lee Jeong-beom.
Non sarà assolutamente un capoalvoro ma il film nel complesso risulta godibile.
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